Archie e Cain, il velluto e la roccia. Avramovic non tradisce

Tutto il quintetto base di Caja offre una prova di sostanza. Il pivot è implacabile sotto canestro, l'ala colpisce a ripetizione. Otto assist per Moore dalla cabina di regia

Fiba Europe Cup - Openjobmetis - Rilski

ARCHIE 7,5 – Ventidue punti, 8/14 al tiro molto spesso con mano di velluto: ecco perché Varese lo ha preso rinunciando ad attendere il tentennante Vene, che ha mani più delicate in assistenza (i giochi alto-basso con Cain non sono nelle corde di Dominique…) ma non può garantire un apporto offensivo del genere. Non arriva all’otto solo perché nel finale commette due errori (persa toccando la linea, tiro da 3 sbagliato) su azioni che potevano chiudere il match. Ed evitare un po’ di infarti tra i tifosi…

AVRAMOVIC 7,5 – Partita di grande intelligenza, senza quelle impazienze e quelle forzature che talvolta lo hanno contraddistinto anche nei giorni migliori. Avvio con gambe rapide in cui finalizza i contropiedi, poi tanto lavoro di contorno – 4 recuperi, 3 assist – e quindi la solita sfuriata in attacco nel terzo periodo, quando c’è davvero bisogno. E segna il +4 a mezzo minuto dalla fine che è quasi decisivo.

IANNUZZI 6 – Certi esotismi piacciono anche agli arbitri, non solo ai dirigenti che riempiono di stranieri le squadre. Si spiega così l’ostracismo nei confronti di Iannuzzi, che sfiora e commette fallo, mentre Mathiang ruzza, cammina, spinge e il fallo lo guadagna. Vabbé: Antonio nostro oggi fa il suo, e farebbe anche di più se non gli fischiassero contro anche gli sguardi.

NATALI 5,5 – Va in campo forse nel momento peggiore, quando Varese ha esaurito la sua spinta più forte e Cremona prova a risalire a tutta velocità. Costretto a un paio di tiri forzati, non incide salvo che per due liberi a segno. Ma in tutto questo c’è del buono, perché Caja gli dà minuti di partita vera, cosa non scontata in passato.

SCRUBB 7 – Gli manca l’acuto per entrare nel gruppo dei migliori: attivissimo nelle varie fasi del gioco – 11 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate – colpisce in un paio di occasioni ma allo stesso tempo spreca qualcosa di troppo in fase d’attacco, spesso sbagliando solo la conclusione dopo azioni ben fatte. Prenda questa cosa come una sfida: deve provare a completarsi per diventare davvero un’arma totale.

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TAMBONE 6,5 – Il confronto diretto tra playmaker italiani è probabilmente vinto da Ruzzier, in termini assoluti, ma il regista romano non sfigura per nulla. Attento in difesa (2 palle rubate), si accende in attacco nel momento del bisogno, con 5 punti che servono a confezionare uno dei tanti minibreak della partita. Caja si fida a tal punto che nell’ultimo periodo è in campo quasi sempre, con Avramovic seduto.

CAIN 8 – Forse confeziona il record mondiale di tap-in vincenti, appoggiati o schiacciati, fa poca differenza: è sempre pronto a seguire l’azione, a cercare il rimbalzo, a chiamare la palla. E in difesa mette centimetri e chili contro chiunque, lontano o vicino a canestro. Prova gigantesca contro avversari altrettanto gagliardi (quel Mathiang là sotto è un osso davvero duro), altra “doppia doppia” da mandare agli archivi. MVP anche per i lettori di VareseNews.

FERRERO 5,5 – Da qualche partita il capitano fa fatica: stavolta sbaglia un paio di tiri ampiamente aperti e perde un pallone, per un -4 di valutazione che inquadra il suo passaggio di 8′ sul parquet. Peccato: era l’occasione per dire a Sacchetti che si è sbagliato per non averlo mai considerato per l’azzurro (almeno nei grupponi da 25 convocati o giù di lì).

MOORE 7 – Sporca le percentuali con qualche tiro sbilenco (un paio allo scadere dei 24”, non solo per colpa sua) ma offre una prova in regia a tratti sontuosa: ben 8 assist, alcuni dei quali sono vere poesie per i compagni pescati da soli vicino a canestro. Ciliegina della giornata, la tripla “ignorante” da 10 metri. E c’è lui ad arraffare la palla persa da Crawford nel finale: non una cosa scontata.

BERTONE 5,5 – Caja gli ridà un po’ di fiducia dopo la bella prova di Oporto, ma ancora una volta l’argentino non riesce a fare troppa strada. Non combina guai, ma un paio di azioni “in proprio” concluse con tiri sul ferro gli valgono il ritorno in panchina. E per far rifiatare Avramovic, il coach preferisce il doppio playmaker.

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Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Novembre 2018
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