I terribili due: sfide e ricerca di confini
Genitori calmi, costanti, coerenti e ripetitivi per dare risposte mature e sicure ai bambini che iniziano a sperimentare la propria volontà
A un certo punto capita che il figlio, attorno ai due anni (ma anche molto prima o dopo), guardi dritto negli occhi il genitore e, senza distogliere lo sguardo, inizi a far cadere ripetutamente la forchetta per terra. No, non è una provocazione, non sta sfidando mamma e papà per scatenare la loro reazione di rabbia. Sta cercando dei confini di sicurezza, e lo fa “mettendo in atto un preciso comportamento psico-evolutivo legato alla sua età”, assicurano gli esperti.
È il momento in cui il bimbo scopre di avere una propria volontà, che non necessariamente coincide con quella del genitore, come aveva creduto fino a poco fa. E sperimenta questa novità tastandone i confini. Si allontana dalla volontà del genitore e vi ritorna, sperando di trovarla lì immutata. Questo gli da sicurezza. Siamo nel periodo dei “terribili 2” (anni si intende) e pare sia connesso con la fase adolescenziale. Quindi è bene giocarsela al meglio.
COSTANZA E PACE INTERIORE
Le risposte del genitore devono essere sempre uguali ed esposte con calma. Se la regola è che il telefono non si usa perché non è un gioco, il genitore continuerà serenamente a rispondere “no” a tutti i tentativi del bambino di prenderlo. Se invece il genitore si agita o alza la voce, prendere il telefono potrebbe trasformarsi nel gioco preferito del prossimo mese.
COERENZA NEL TEMPO E TRA GENITORI
La coerenza non riguarda solo la risposta mantenuta nel tempo, ma anche la concordanza di risposte tra genitori. Fornire risposte comuni in questa fase è necessario per permettere al bambino di percepire sicurezza all’interno della famiglia. Quindi mamma e papà devono sforzarsi di comportarsi da adulti e stare uniti davanti al bambino. Le inevitabili divergenze di opinione tra mamma e papà si chiariscono quando il piccolo non può né vedere né sentire la discussione.
RIPETITIVITÀ
Dopo aver buttato la forchetta per terra mille volte, e tentato altre 300 volte di prendere il telefono, troverà un altro simpatico confine da varcare ripetutamente per poi tornare indietro e trovare sempre la stessa risposta del genitore. Imparare a volte richiedere di ripetere innumerevoli volte lo stesso gesto. La perseveranza del bambino nell’imparare ha bisogno di altrettanta perseveranza dei genitori nel guidarlo.
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