Gli studenti del “G.B. Monteggia” discutono di lotta alla mafia con Giovanni Impastato
L'incontro si terrà giovedì 14 marzo dalle ore 9 al teatro Franciscum di Mombello
«La mafia non si combatte con la pistola ma con la cultura». Questa frase fu pronunciata da Felicia Bartolotta, mamma di Peppino Impastato (nella foto), il giornalista assassinato dalla mafia nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978. Fu grazie al loro impegno che venne riconosciuta la matrice mafiosa dell’omicidio anche se il caso giudiziario di Peppino Impastato in un primo tempo venne archiviato come “suicidio“, per essere poi riaperto su istanza del Centro di documentazione di Palermo dedicato alla memoria. La richiesta, accompagnata da una petizione popolare, chiedeva che un collaboratore di giustizia della cosca mafiosa di Cinisi venisse nuovamente interrogato su quella morte. Il potente boss Gaetano Badalamenti, indicato come il mandante dell’omicidio, l’11 aprile del 2002 fu condannato all’ergastolo. Felicia Bartolotta è stata la prima donna in Italia a costituirsi parte civile, insieme al figlio Giovanni, in un processo di mafia.
Giovedì 14 marzo gli studenti delle classi seconde e terze dell’istituto comprensivo “G.B. Monteggia” di Laveno-Mombello incontreranno Giovanni Impastato per affrontare l’argomento della lotta alla mafia. L’incontro si terrà dalle ore 9 alle ore 10 e 45 presso il teatro Franciscum di Mombello.
All’incontro parteciperanno alcune classi del Liceo Scientifico “Sereni” – sez. Laveno, dell’Istituto “Galileo Galilei” e del Liceo Scientifico “E. Stein” di Gavirate.
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