“Si riporti l’Agenzia formativa all’interno della Provincia”
La proposta estrema viene avanzata dal rappresentante RSU Indoni preoccupato dalle voci di vendita dell'ente da parte di Villa Recalcati
«È una questione vitale per la formazione professionale: assumere certe azioni adesso potrebbero far esplodere sistema».
È preoccupato Gianluigi Indoni, rappresentante sindacale di base dell’Agenzia Formativa della provincia di Varese.
« Da una parte assistiamo alle richieste degli imprenditori che cercano personale e si mettono a disposizione per sostenere i percorsi degli studenti, dall’altro dobbiamo fare i conti con una volontà di dismissione che ci preoccupa. Nel corso dell’ultima riunione della Commissione bilancio, il Presidente Antonelli ha lasciato intendere che entro un pio di mesi ci potrebbero essere novità in vista. Al momento non abbiamo certezze ma temiamo confronti con realtà private».
L’Agenzia formativa della Provincia di Varese è da tempo in subbuglio: al centro del dibattito c’è il tema della sua sostenibilità. A gravare sul bilancio ci sono da una parte i contratti con il personale che il sindacato ritiene inadeguati per il monte ore previsto e dall’altro i ragazzi che frequentano senza le doti di Regione Lombardia: « L’agenzia si accolla circa 120/130 studenti senza dote per non lasciarli esclusi dal sistema formativo – ricorda Indoli – sono ragazzi difficili, particolari, a cui deve essere garantita un’attenzione ulteriore per non gravare negativamente sull’intera classe».
Per questo motivo, Indoli auspica che la questione arrivi presto a un tavolo dove sederanno gli attori istituzionali, Regione compresa, ma anche gli imprenditori che si sono resi disponibili a sostenere percorsi formativi così preziosi per comparti, come quello meccanico, alla costante ricerca di personale.
« Io propongo una soluzione decisamente audace: il rientro dell’Agenzia all’interno dell’ente pubblico. Così si azzererebbero i ruoli “dirigenziali” più onerosi che potrebbero essere assunti dall’attuale personale di Villa Recalcati. Io credo che si potrebbe seriamente ragionare in questi termini vista anche l’evoluzione normativa che ha riguardato le Province. Varese è un “unicum” in Italia, un caso a sé. Ecco perché non ci possiamo allineare alle soluzione adottate da altre province che hanno deciso di sottostare ai limiti di doti imposte dalla Regione per mantenere un livello qualitativo. Noi abbiamo a che fare con un territorio che chiede e cerca e abbiamo una situazione contrattuale ibrida. Sederci e riflettere, ascoltandoci e cercando una soluzione. Così spero si farà in futuro per non disperdere un capitale formativo prezioso creato in tanti anni. Una cosa è certa, da questa situazione occorrerà uscire, in un modo o nell’atro perché non si vada a discapito soprattutto degli allievi».
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