Whirlpool: «Rincovertiremo lo stabilimento di Napoli»

La multinazionale americana conferma tutti gli investimenti, le specializzazioni, il piano occupazione e i volumi previsti dal piano industriale 2019-2021. Napoli sarà riconvertita e il ramo d'azienda verrà ceduto a una società terza. Il sindacato: «Whirlpool vuole disimpegnarsi dall'Italia»

Protesta sciopero Whirlpool maggio 2018

«Relativamente al sito di Napoli, Whirlpool Emea intende procedere con la riconversione del sito e la cessione del ramo d’azienda a una società terza in grado di garantire la continuità industriale allo stabilimento e massimi livelli occupazionali, al fine di creare le condizioni per un futuro sostenibile del sito napoletano». La nota stampa della multinazionale americana prova a placare la rabbia del sindacato e dei lavoratori, il cui giudizio sull’operazione di chiusura dello stabilimento di Napoli è piuttosto pesante. Whirlpool viene infatti bollata da Fiom, Fim e Uilm come «inaffidabile».

Le ragioni di tale giudizio sono legate al fatto che solo otto mesi fa le parti sociali avevano sottoscritto un accordo relativo al piano industriale dove non c’era traccia della chiusura di Napoli e tantomeno della sua riconversione. Il sindacati dei metalmeccanici interpretano questa decisione, che viola gli accordi presi al Mise nell’ottobre del 2018, come «l’intenzione di disimpegnarsi dall’Italia». In quell’accordo, ricordano i sindacati, in cambio della proroga degli ammortizzatori sociali, Whirlpool garantiva la permanenza di tutte e fabbriche italiane e la concentrazione proprio nello stabilimento di Napoli dell’intera produzione delle lavatrici di alta gamma.

LA VERSIONE DELL’AZIENDA

Nella loro replica i vertici aziendali di Whirlpool Emea definiscono la decisione di riconvertire Napoli «un aggiornamento del piano industriale Italia 2019-2021» e ribadiscono «la strategicità» del Belpaese all’interno della regione Emea da un punto di vista industriale e commerciale». La multinazionale americana conferma i 250 milioni di euro di investimenti nei prossimi tre anni, di cui 80 già investiti nei primi mesi di quest’anno, e  il reshoring, cioè il rientro in Italia, precisamente a Comunanza in provincia di Ascoli Piceno, della produzione di lavatrici e lavasciuga da incasso dislocata in Polonia con un incremento dei volumi che porterà la produzione totale a oltre 800 mila unità. Lo stabilimento di Cassinetta di Biandronno, in provincia di Varese, viene confermato polo Emea per i prodotti da incasso per le categorie freddo e cottura, quello di Melano, in provincia di Ancona, continuerà ad essere l’hub regionale per i piani cottura ad alta gamma e il sito di Siena a produrre congelatori orizzontali. «Specializzazioni in atto, volumi produttivi e occupazionali previsti dal piano industriale» sottolinea Whirlpool.

LA FABBRICA DI NAPOLI SARÀ CEDUTA

Il destino dei 420 lavoratori della fabbrica di Napoli sarà quindi legato alla riconversione del sito e alla cessione del ramo d’azienda da parte della multinazionale americana a una società terza, che sia in grado di garantire la continuità industriale allo stabilimento e massimi livelli occupazionali. Nei prossimi giorni i rappresentanti di Whirlpool incontreranno le organizzazioni sindacali, le istituzioni locali e nazionali per definire tutti i dettagli e le tempistiche della riconversione, che saranno resi noti non appena possibile».

leggi anche:

Il piano di Whirlpool per l’Italia: zero esuberi, 250 milioni di investimenti e rientro delle lavatrici dalla Polonia

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 01 Giugno 2019
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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Sinceramente ma chi ha il coraggio ora di investire in Italia?
    Le riforme così necessarie a questo paese che avevano contraddistinto il governo Renzi-Gentiloni si sono praticamente fermate. Assistiamo ad una continua campagna elettorale senza sosta da almeno 8 mesi. A breve il governo crollerà per manifesto disaccordo su quasi tutti i temi chiave ed abbiamo perso un anno a produrre solo leggi che aumenteranno in modo spropositato i debiti ma non favoriranno lo sviluppo economico e lavorativo. Le aziende sentono parlare a mesi alterni di flat tax e aumento d’IVA.
    Ma come può una persona programmare minimamente il futuro e quindi investire quando assiste a dei dilettanti allo sbaraglio, a dei fancazzisti di professione eletti a Ministro, ribattere su tutto ed improvvisare su ogni tema?
    Gli italiani forse la prossima volta che voteranno, in piena recessione e dopo che loro stessi o i loro parenti avranno perso il lavoro forse accenderanno il cervello.
    Questo governo è da bocciatura senza appello e i numeri da recessione del PIL lo confermano.

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