Saronno, capitale per due giorni della chirurgia generale

L’8 ed il 9 luglio si sono tenuti gli stati generali della chirurgia generale. Oltre 50 specialisti utilizzatori del robot da Vinci a confronto

Generico 2018

L’8 e il 9 luglio Saronno è stata protagonista della chirurgia generale.

Lo Starhotels Grand Milan della città ha ospitato infatti una due giorni in cui una nutrita faculty di oltre 50 medici chirurghi provenienti da tutta Italia si sono confrontati sulle diverse applicazioni della tecnologia robotica nella chirurgia generale.

Lo Usermeeting degli Stati Generali è stato coordinato dal Dott. Paolo Pietro Bianchi, chairman per l’occasione, cui si sono affiancati il Dott. Andrea Coratti ed il Dott. Giuseppe Spinoglio. Si scrive da Vinci e si legge urologia: in poche parole questa è stata per anni e anni l’associazione più immediata. Qualcosa però sta cambiando e va evolvendo la piattaforma robotica, proprio in forza della sua precisione e affidabilità, si sta rivelando una carta vincente per altre branche chirurgiche. Infatti, sebbene il primato spetti ancora all’urologia, la chirurgia generale vanta comunque un ottimo posizionamento, seguita poi dalla ginecologia, dalla chirurgia toracica, dall’otorinolaringoiatria per concludere con la chirurgia pediatrica.

In molteplici sessioni gli specialisti hanno discusso delle applicazioni cliniche del robot in chirurgia generale: dalle procedure di chirurgia colorettale, a quelle del tratto gastrointestinale superiore, fino agli interventi di chirurgia epatobiliare e della parete con il confronto delle tecniche adottate. Un vasto ventaglio di approcci che abbraccia continuamente nuovi interventi, si possono infatti ritenere la pancreatetcomia e l’esofagetomia dei trattamenti emergenti che – senza dubbio – in breve tempo verranno acquisiti, divenendo addirittura dei gold standard come già accade oggi per la colectomia e la resezione del retto.

L’incontro è stato l’occasione ideale per discutere anche dell’iter di introduzione della piattaforma da Vinci in ospedale, valutandone l’impatto economico e la pianificazione del suo utilizzo in sala operatoria in un quadro multidisciplinare. Radicalità oncologica, recupero funzionale, riduzione delle complicanze e diminuzione della degenza ospedaliera: queste le caratteristiche cliniche assicurate dall’adozione del sistema da Vinci. I benefici sono tangibili anche in sala operatoria: il medico è in grado di operare in maniera immersiva, con una risoluzione dei dettagli aumentata di 10 volte rispetto all’occhio ed una fermezza gestuale che azzera i tremori fisiologici.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Luglio 2019
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