Inizia la Fase Due delle Rsa. “Riapriamo, ma in sicurezza”

Il presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia Emanuele Monti in visita al Camelot-3SG di Gallarate. "Non faremo entrare i malati Covid nelle strutture, saranno gestiti in ospedale"

Generico 2018

Riaprire, ma in sicurezza, tenendo rigorosamente separato il mondo delle case di riposo dalla gestione delle persone affette da Covid. Dopo le polemiche sulla delibera di marzo che chiedeva alle Rsa di accogliere (in aree dedicate) ospiti colpiti dal virus, Regione Lombardia dà il via libera alla “Fase due” per le case di riposo.

«Le case di riposo possono tornare a fornire servizi, ora servono regole di sicurezza ma anche elementi di sostenibilità economica» dice Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità della Regione Lombardia, venuto in visita al Camelot-3SG, struttura polivalente (casa di riposo, ma anche comunità alloggio, nucleo Alzheimer, hospice) del Comune di Gallarate.

La riapertura avviene in Lombardia sulla base di una delibera che è stata criticata anche da una parte del mondo delle Rsa, ma che – dice Monti – ben regola la fase due. «La delibera sulle Rsa tende ad aprire step 2, di fronte al bisogno importante che esiste in Lombardia. Incontreremo le strutture e faremo poi anche un altro passaggio anche con il mondo della disabilità. In Lombardia ci siamo opposti molto fortemente all’ipotesi di “Rsa Covid”, all’ipotesi suggerita dal Ministero di fare entrare pazienti positivi al virus nelle strutture, predisponendo spazi appositi.  Oggi se un paziente richiede di venire al Camelot e risulta positivo, non entra RSA – come suggeriva la circolare del Ministero – ma in una struttura sanitaria, in ambito residenziale appositamente previsto. Sono preoccupato anche per le Regioni che hanno accettato le linee guida ministeriali, anche sul piano della sostenibilità economica».

A Gallarate Monti è venuto a confrontarsi con il presidente di 3SG Giacomo Peroni, con la dirigente Caterina Putzu e con il resto delle figure apicali della struttura. «In questo periodo hanno dovuto sgobbare molto, facendo fronte a molte incombenze» ha subito ricordato Peroni. «Fin da domenica 23 febbraio il sindaco ci ha riunito per decidere misure, il primo provvedimento è stato chiudere a tutte le visite di parenti. L’abbiamo fatto quando ancora l’OMS negava che ci fosse una pandemia. Anche noi abbiamo avuto casi di Coronavirus, ma li abbiamo gestiti in modo ottimale: abbiamo creato un reparto Covid ed evitato la diffusione del virus».

Peroni ha specificato che esiste un tema anche economico della gestione dell’emergenza (sono stati valutati in 200mila euro i costi aggiuntivi gestiti) e ha voluto entrare nello specifico dei rapporti con le strutture sanitarie territoriali: «Abbiamo avuto un grosso aiuto dalla Asst, dagli ospedali di Busto e Gallarate, che ci ha fornito anche i tamponi. Devo dire che invece l’’Ats non ci ha molto supportato in questo».

Monti ha riconosciuto che « Gallarate hanno lavorato bene tutti», mentre il sindaco Andrea Cassani ha voluto sottolineare che 3SG è un patrimonio della città «su cui maggioranza e opposizione si trovano spesso se non sempre d’accordo».

Monti ha anche criticato i rapporti tra Regione e governo centrale: «Arriveremo pronti a settembre con la campagna vaccinali, ma le Regioni sono state lasciate sole, l’intera campagna è lasciata in capo alle Regioni. Lo scorso anno sui vaccini antinfluenzali abbiamo avuto due gare andate deserte, perché le grandi industrie farmaceutiche cercano di ottenere il massimo guadagno. Senza interventi dello Stato per negoziare con Big Pharma, al di là di come la Regione gestirà gli acquisti, rischiamo di non avere i vaccini».

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Pubblicato il 19 Giugno 2020
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