In crisi il gruppo Kidiliz, in Italia 600 lavoratori invisibili rischiano il posto (anche nel Varesotto)
Il ramo italiano del gruppo che vende vestiario per bambini rischia di essere sacrificato nell'ambito di una procedura di amministrazione controllata. Una cinquantina i dipendenti tra Varese, Como e Milano

La Kidiliz Group, azienda attiva nel commercio di abbigliamento per bambini e proprietaria dei marchi Absorba, Catimini e Z, è entrata in Francia in una procedura di amministrazione controllata, procedura seguita poco dopo anche dalla filiale italiana del gruppo. L’esito è incerto e ad oggi non ci sono informazioni chiare sul destino dell’azienda e dei dipendenti.
In Italia questo significa che è in bilico il destino occupazionale di 600 persone distribuite su una rete di circa 150 negozi, sparsi in tutto il paese e principalmente a marchio “z”. Tra Milano, Varese e Como ci sono una cinquantina di dipendenti a rischio. A Busto Arsizio è presente una sede aziendale del gruppo dove sono impiegate una decina di persone. A Varese rischiano due negozi, uno a Gavirate, due in provincia di Como e altri tra Erba, Lecco e Cantù.
Passando nel 2018 alla proprietà del gruppo cinese Semir, Kidiliz avrebbe dovuto avviare una stagione di rilancio e invece dopo un rapido peggioramento, la situazione è precipitata nel giro di poche settimane. Già ora la continuità operativa dell’azienda è in dubbio, mentre le lavoratrici si vedono sospesa parte delle retribuzioni e degli istituti contrattuali.
Oggi, giovedì 15 ottobre, si concluderà la raccolta delle offerte di acquisto prevista dalla procedura francese ma non vi è alcuna garanzia che possano esserci investitori interessati al ramo italiano del gruppo anche perché non è stata data adeguata comunicazione di tale bando in Italia né tantomeno sono stati coinvolti i livelli istituzionali del nostro paese. «Agendo con maggior tempestività nella pubblicazione del bando di vendita ed eventualmente aprendo una procedura omologa anche in Italia, che ancora potrebbe essere aperta come “procedura secondaria”, si sarebbe potuto raggiungere un ventaglio più ampio di possibili acquirenti» – sostengono dalla Filcams Cgil.
Con la mancanza di informazioni e la gestione della procedura tutta svolta oltralpe, si rischia invece che un attore importante del settore sparisca nel silenzio generale lasciando a casa in Italia centinaia di lavoratrici e lavoratori, in un momento già drammatico per il commercio e per la nostra economia tutta.
Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno perciò indetto uno stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo in tutto il territorio nazionale, per portare all’attenzione delle istituzioni la pesante condizione in cui versano Kidiliz group Italy e i suoi dipendenti e sollecitarle ad attivarsi tempestivamente, prima che le conseguenze della procedura in corso si tramutino in licenziamenti collettivi.
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