Si è spento il partigiano Celeste Tabacchini
Nato ad Azzio nel 1923, fu staffetta e autista di Dionigi Superti durante la Repubblica dell’Ossola

Venerdì 8 gennaio si è spento all’età di 97 anni il partigiano Celeste Tabacchini. A dare l’annuncio è stata questa mattina è il Comitato Provinciale Anpi Verbano Cusio Ossola che ricorda alcune le gesta di Tabacchini, staffetta e autista di Dionigi Superti durante l’esperienza partigiana della Repubblica dell’Ossola dopo una rocambolesca fuga da un treno diretto in Germania.
(foto Anpi VCO)
Il ricordo di Anpi:
Due giorni fa è mancato il Partigiano Celeste Tabacchini.
La comunità ANPI esprime il proprio cordoglio e porge sentite condoglianze alla famiglia.
Tabacchini Celeste Giuseppe detto Tito, nasce ad Azzio (VA) il 28.11.1923. L’8 settembre è sotto le armi a Trento, viene arrestato dai tedeschi e messo su un treno per la Germania. Nel suo vagone ci sono solo lui e un compagno di Sant’Albino, vicino Milano. In Germania i tedeschi staccano il vagone dal resto del treno, pensando fosse vuoto e lo rimandano in Italia. A Trento scendono e riescono a scappare. Celeste con l’aiuto del padre e di altri parenti rientra a Domodossola. Sta qualche tempo nascosto vicino casa, ma ci mette poco a capire da che parte stare. All’inizio del ’44 fa’ la staffetta per il Valdossola tra Domo e Premosello e più tardi l’autista personale di Superti durante i giorni della Repubblica dell’Ossola. Guida l’auto del Valdossola tra Ossola, resto del Piemonte, Svizzera e Liguria. Sempre come autista trasporta anche Cino Moscatelli, di cui diventa amico. Gli va sempre bene.
Anche lui ripara in Svizzera nel rastrellamento di ottobre. Dopo qualche tempo, rientra in Italia perché è incaricato, insieme allo Zoppis, al Carlo Veziaga e al Ghiringhelli di creare il nucleo ossolano delle nuove formazioni partigiane. È a Milano a festeggiare la Liberazione. Anche il padre collabora con la Resistenza, mettendo a disposizione un’ambulanza del parco auto dell’azienda di cui è direttore, la Moalli di Domodossola. Trasporta tra la Svizzera e Domo, per farli incontrare, il colonnello Moneta, il professor Tibaldi, membro del CLN e futuro presidente della giunta provvisoria di governo della Repubblica dell’Ossola, e il conte Masini, primo console d’Italia a Briga, a quel tempo a Lugano.
Dopo la guerra il padre di Celeste si licenzia dalla Moalli e apre un’attività in proprio, che lo vede collaborare con Superti, il quale nel frattempo ha ripreso la direzione dell’Industria Boschiva Alta Italia. Superti resterà sempre amico di famiglia.
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