Prime pagelle senza voti alle primarie: cambiamento epocale

Il maestro Davide Tamagnini spiega come nasce e come leggere la nuova valutazione formativa dei bambini delle elementari

bambini scuola lavagna

Non ho mai messo voti ai miei studenti perché non sono adatti a raccontare il percorso del bambino e, peggio, si trasformano facilmente in etichette”, spiega il maestro Davide Tamagnini, tra i portavoce con Franco Lorenzoni del Movimento di cooperazione educativa che ha fortemente sostenuto questa piccola rivoluzione: a partire dal 2021 (incluso il primo quadrimestre dell’anno scolastico in corso) le pagelle delle scuole elementari sono senza voti. E non si tratta solo di cambiare scala di valutazione, come avvenuto in passato, con l’eccellenza rappresentata da un 10, da una A o un “bravissimo”.

Questa volta, assieme alla valutazione, “cambia proprio l’idea della scuola che non deve classificare gli alunni, comparandoli con i voti per selezionare migliori e peggiori, o prestare il fianco a questa selezione – spiega Tamagnini – La scuola deve invece accompagnare ogni bambino nel suo percorso di crescita e di istruzione perché ciascuno raggiunga le competenze individuate dalle Indicazioni ministeriali, in vigore dal 2012″. Già le Indicazioni ministeriali, quasi 10 anni fa, hanno mandato in pensione i vecchi programmi lasciando liberi i docenti di intraprendere percorsi differenti per portare gli studenti a determinate competenze da acquisire in tempi lunghi: alle primarie entro la fine della 3^ alcune, alla fine della 5^ altre: “Finalmente anche il sistema di valutazione va in questa direzione”, afferma.

Generica 2020

La sfida è epocale – aggiunge – si tratta di passare dalla vecchia valutazione certificativa a una valutazione formativa, per apprendimenti, come già scritto chiaramente nelle Indicazioni ministeriali del 2012 fin ora largamente disattese. Una valutazione che non definisce tanto e solo cosa l’alunno sa o non sa fare, ma come è arrivato alle competenze acquisite, con che lavoro, con quale personale percorso”.
Ci sono almeno due criticità, secondo Tamagnini, che rischiano di vanificare l’obiettivo: la definizione dei livelli e il poco tempo lasciato ai docenti per adattare non solo la pagella, ma più in generale la propria didattica alla nuova normativa.

LIVELLI
In pratica i genitori che ricevono in questi giorni le pagelle trovano accanto ad ogni materia una breve indicazione sul percorso di apprendimento delle competenze, che può essere “Avanzato”, “Intermedio”, “Base” o “In via di prima acquisizione”, seguito da un giudizio descrittivo che tiene conto più in generale di tutto il percorso del bambino nella sua evoluzione.
Se gli insegnanti nel valutare, e i genitori nel leggere la valutazione, cederanno alla tentazione di equiparare questi quattro livelli di apprendimento alla precedente scala di voti da 1 a 10 con una semplice equazione avremo tradito il senso della norma e perso l’occasione di restituire alla scuola il suo valore sociale”.

TEMPI
Diventata legge a inizio dicembre, la nuova valutazione è già operativa con le pagelle del primo quadrimestre, consegnate ai bambini – o meglio al registro elettronico – in questi giorni. “La verità è che un cambiamento tanto radicale nel compito di valutazione ha bisogno di tempo per essere compreso, assimilato e quindi tradotto nella pratica scardinando le vecchie abitudini comparative e classificatorie. La vera sfida è  cambiare modo di fare scuola e prendersi tutto il tempo necessario per farlo“.

DAL PUNTO DI VISTA DEI GENITORI
“La vulgata dice che il voto è chiaro, ma in realtà un 6 cosa significa? – chiede Tamagnini – Sai poco ma quel che sai lo sai bene, oppure sai tutto, ma alcune cose non le sai esporre o ancora sai le cose ma non le hai capite benissimo? La valutazione formativa invece è in grado dire tutto questo e di più, con frasi e parole di verse per ogni studente perché ogni percorso è diverso dall’altro nell’arrivare alle competenze. Fare a meno dei voti significa, per i docenti, descrivere il percorso di apprendimento di ogni studente, anche ai genitori, che ne saranno così più consapevoli“.

Lidia Romeo
lidiaromeo@gmail.com

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Pubblicato il 17 Febbraio 2021
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