“Questo non è un anno regolare”: gli studenti rivendicano il diritto alla normalità

La Rete degli Studenti Medi-Varese critica il rientro in classe che sta creando ulteriori disagi e difficoltà ai ragazzi ed elencano le anomalie di un anno difficile

Primo giorno di scuola a Varese

Gli studenti sono rientrati in classe. Pur con una percentuale del 72%, hanno ripreso una vita “quasi normale”. L’anno scolastico che si va concludendo, però, ha vissuto momenti di difficoltà. Non ultima, questo ultimo sforzo che vede sollevare alcuni critiche da parte dei ragazzi.
Gli studenti della Rete degli Studenti Medi di Varese riassumono le principali criticità


È quasi un mese che gli studenti della Lombardia hanno ripreso le lezioni in modalità di Didattica Integrata, con la gioia di ritornare tra i banchi di scuola e di rivedere i compagni, dopo tanta attesa.
Come però si poteva immaginare, ci sono diversi aspetti di questo rientro che stanno mettendo in ginocchio gli studenti e sembra che in pochi abbiano intenzione di darvi attenzione.

Innanzitutto, la novità di questa ultima riapertura è che per gli studenti del triennio è stato aggiunto, in alcune scuole, un giorno in più in presenza, cosa che non tiene minimamente in conto che gli orari non sono più gli stessi di un tempo. Ci sono quindi alunni che si ritrovano ad avere 4 giorni di fila, con uscite ad orari che non permettono di rendere davvero proficuo il pomeriggio di studio.

Si aggiunga che, essendo l’ultimo mese di scuola, le settimane sono pregne e gli studenti sono oberati; nessuno aveva la pretesa di riposarsi in un mese che per antonomasia è quello che lascia senza fiato, ma le richieste (non solo degli studenti, ma anche di psicologi, giornalisti etc.) di non sovraccaricare gli studenti sono state per lo più ignorate.
In quella che ormai somiglia più ad una gara tra professori a chi riesca ad ottenere il numero maggiore di valutazioni, gli studenti sono i partecipanti sconfitti in partenza.

Le principali cause, secondo coloro che abbiamo ascoltato, sono la mancanza di dialogo con i docenti, la pessima riorganizzazione dei tempi e la pretesa che quest’anno sia uguale agli scorsi. Bisogna quindi  ribadirlo: questo non è un anno regolare; i ragazzi non sono arrivati a maggio dopo 9 mesi di “normalità”, ma dopo periodi di continue chiusure e riaperture, dopo aver concluso l’anno precedente spesso in modalità disagevoli.

I dati parlano chiaro: c’è stato uno spaventoso incremento di disturbi psicologici tra giovani che prima non avevano mai manifestato nulla di simile, disturbi legati non soltanto al lockdown in sé, ma ad altri elementi come la perdita del lavoro in famiglia e tutte le conseguenze ad esso connesse.

D’altra parte, le motivazioni sopraelencate ignorano totalmente tutto ciò che concerne il bisogno di socialità, o anche solo di aria, dei ragazzi: il 12 Aprile si è ritornati in didattica integrata, in una zona arancione che per chi abita in piccoli comuni significa comunque non poter vedere nessuno; il 26 si è tornati finalmente in zona gialla, ma la voglia, fisiologica, di uscire, di programmare una gita, di vedere gli amici non si è potuta soddisfare, nella maggior parte dei casi, a causa degli impegni scolastici.

È d’obbligo anche sottolineare l’attuale condizione dei maturandi: prove che si accavallano l’una sull’altra, continue interrogazioni anche quando il numero di valutazioni potrebbe consentire di dare una pausa, e in più una maturità anomala, della quale sempre più si discute la dignità. Come si suol dire, “oltre il danno, la beffa”. Se si spendesse qualche parola in più su questo tema, forse ci si renderebbe conto che scrivere un elaborato in un mese così è un’impresa anche eliminando ore di svago, ore di pausa, ore di sonno.
Sembra quindi che nessuno noti che il bisogno dei giovani è tornare ad una vita normale; intanto il ritorno a scuola, fatto a queste condizioni, assume sempre di più la connotazione di una decisione non presa per gli studenti, ma per motivazioni meramente politiche.

Rete degli Studenti Medi-Varese

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Maggio 2021
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