Terminata con successo la spedizione in Groenlandia, “l’isola felice” di Matteo Della Bordella
L'alpinista varesino ha portato a termine con successo la spedizione organizzata con Schuepbach e Welfringer: 350 chilometri in kayak e due nuove vie alpinistiche su pareti pressoché inviolate

Di nuovo in Groenlandia, di nuovo sui kayak, di nuovo sulle grandi pareti pressoché inesplorate, di nuovo “con mezzi leali”. E di nuovo con un bagaglio di emozioni (e di risultati alpinistici) difficili da dimenticare. Si è conclusa nel migliore dei modi la spedizione che ha visto impegnato il varesino Matteo Della Bordella tra terre, ghiacci e montagne della sterminata isola nordatlantica insieme allo svizzero Silvan Schüpbach e al francese Symon Welfringer. (foto: i tre sulla cima della Sirena Tower, Della Bordella è il primo da destra)
Una impresa notevole, quella effettuata dal terzetto di alpinisti europei che hanno percorso circa 350 chilometri di mare in kayak (portando con sé tutto il necessario per la spedizione) prima di affrontare due grandi pareti dove hanno aperto due nuove vie alpinistiche. Una avventura caratterizzata dalla modalità by fair means, ovvero con mezzi leali, seguendo una filosofia che ha caratterizzato diverse spedizioni del 37enne Della Bordella, nato a Varese ed esponente di spicco dei celebri “Ragni” di Lecco (di cui è stato anche presidente).
L’avventura ha avuto partenza e arrivo al villaggio di Tassilaq, insediamento di circa 3mila abitanti da dove si sviluppano questo tipo di iniziative. Dopo la “benedizione” di Robert Peroni, esploratore italiano che da molti anni vive a Tassilaq, Della Bordella, Schüpbach e Welfringer hanno affrontato a colpi di pagaia il mare (per 8-10 ore al giorno) sino ad arrivare all’area chiamata Mythics Circque dove si trova un serie di pareti affrontate sino a oggi da pochissimi scalatori. Il terzetto è stato accolto da un’altra spedizione presente in zona, quella belga-svedese di Favresse, Villanueva (già compagni di Della Bordella ), Wertz e Jaruta.

Al Mythics Circque i tre alpinisti hanno prima affrontato il Siren Tower, una montagna inviolata sino a pochi giorni prima quando proprio i belgi e lo svedese hanno effettuato la prima salita. Della Bordella e compagni hanno quindi aperto una seconda via di 800 metri denominata “Forum” (per via delle discussioni animate tra i tre protagonisti), per completare la quale sono serviti cinque giorni e 22 tiri con una difficoltà massima di 7c.
La seconda via (“La cene du renard”) è stata invece aperta sul Paddle Wall, una montagna che i tre hanno raggiunto in kayak in una zona ancora più remota, dove l’unico animale selvatico osservato è stata una volpe (renard, in francese) che ha mangiato il formaggio lasciato dagli alpinisti alla base della parete. In questo caso si è trattato di una via di 440 metri con difficoltà massima di 7a, meno impegnativa ma di grande interesse dal punto di vista esplorativo.
Della Bordella: “La Siren Tower è cima bellissima. Esaltante il viaggio in kayak”
Con questa spedizione Della Bordella si conferma uno dei massimi esponenti dell’alpinismo italiano contemporaneo. A differenza di altri colleghi, forse più famosi, lo scalatore varesino non è specializzato nelle spedizioni ad altissima quota come quelle su Himalaya e Karakorum ma è divenuto con il passare degli anni un riferimento mondiale per le scalate in arrampicata libera (in cui le corde sono posizionate solo per ragioni di sicurezza e non per avanzare) su pareti alte centinaia di metri. Oltre che in Groenlandia, Matteo ha realizzato spedizioni di primissimo piano in Patagonia scalando tra l’altro la Torre Egger, il Fitz Roy, il Murallon. Ingegnere gestionale laureatosi alla Liuc di Castellanza, Della Bordella è alpinista professionista e nel 2019 ha scritto il suo primo libro intitolato “La via meno battuta” (lo trovate cliccando nell’immagine sottostante).
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