Ambrogio Vaghi, uomo novecentesco, capace di cogliere ogni elemento di innovazione

Sabato 4 settembre presentazione del libro "Un cardinale rosso a Varese" - Incontro con l'autore Ambrogio Vaghi si svolgerà sabato 4 settembre alle 16.30 nella tensostruttura allestita nei Giardini Estensi

Personaggi generiche

Ci sono due elementi vivi e immediati nella figura di Ambrogio Vaghi: la passione e la sua capacità di leggere e vivere il cambiamento.

Ha attraversato per intero quasi dieci decadi della vita varesina e lombarda. Ha conosciuto personaggi di altissimo livello, basti pensare che ha lavorato fianco a fianco di Gianni Rodari subito nel secondo dopoguerra come corresponsabile per l’edizione di Varese de L’ordine nuovo.

La politica, la scrittura, la gestione delle aziende e del territorio e per finire di movimenti associativi e sociali sono stati i motori della sua lunga e intensa vita.

L’IMPEGNO IN POLITICA DI AMBROGIO VAGHI

Il partito (il Pci) lo ha visto protagonista per decenni in Consiglio comunale quando le contrapposizioni erano forti e nette. Duro, tutto di un pezzo, da una parte in modo sempre netto, ma con un rispetto assoluto per gli avversari politici. Lo si legge bene in una pagina che riguarda due esponenti importanti dell’allora MSI. Parla dell’architetto Vermi e di Luigi Bombaglio rispetto all’idea del paesaggio varesino.

“Abitare il paesaggio aveva dei precedenti che Vermi conosceva molto bene. Lugano e le residenze che digradano da destra e da sinistra. Il monte Bre dà l’esempio. Il vicino Lago di Como con tutto l’abitato sopra Cernobbio, quasi a nobilitare quel territorio. Abitare il paesaggio voleva dire gestire l’ambiente con cura non rozzamente. A conferma dello scarso interesse per la politica Vermi rimase in Consiglio comunale solo un quinquennio. Luigi Bombaglio potrei definirlo un fascista d’antan, uomo dai puri ideali mai nascosti e insofferente dell’atteggiamento di certi novelli camerati rissosi, violenti ed esibizionisti. Non un nostalgico, ma un uomo privo delle pagine più brutte della RSI, della sudditanza ai tedeschi, della guerra civile tra italiani e delle nefandezze conseguenti. Certamente Luigi Bombaglio ne sentì parlare, forse si documentò, ma non avere vissuto dal di dentro quella tragedia fu certamente il suo limite politico”.

Il rispetto è sempre stato un punto fermo anche quando arrivava il suo giudizio tagliente.

Gli anni Settanta sono un momento caldo e di profondo passaggio e maturità per la sua vita di militante che virerà verso attività più manageriali.

È il luglio del 1975. Ambrogio Vaghi con un drappello di compagni del PCI e altre delegazioni internazionali fa un viaggio nella DDR. A quei tempi era una prassi avere scambi all’interno dell’universo comunista. Era il frutto di una ideologia che faceva dell’internazionalismo uno dei punti di forza.

Vaghi ha tenuto un lungo diario di quella esperienza e scrive: “Pare di essere fuori dal mondo. Veramente… fuori dal mondo le cose vanno meglio: in cielo sovietici e americani si scambiano i posti nella capsula. Sentiamo una illustrazione (organizzatissima) del lavoro della guardia di frontiera contro le provocazioni e le infiltrazioni e poi sono incaricato di scrivere una dichiarazione sul libro degli ospiti. Me l’ero già preparata pronta, soppesata col bilancino e già discussa a colazione coi compagni. Cerchiamo di guardare avanti e non indietro”.

L’IMPEGNO NELLA COOPERAZIONE

Da lì a pochi mesi sarebbe stato chiamato a un nuovo ruolo. Diventò presidente di Coop Lombardia e non fu un ruolo svolto in modo ordinario. Non si rassegnò alla situazione: avviò la ricostruzione di un gruppo dirigente che produsse una dettagliata analisi fino a ottenere un miliardo di lire dal movimento che permise un processo di ristrutturazione con riqualificazione della rete che si completò nel 1982.

Un ruolo di primo piano che denota la grande capacità organizzativa e di visione.

LA SUA SCRITTURA

La sua capacità di scrittura è un altro aspetto della sua vita. Basti pensare che negli ultimi dieci anni la sua collaborazione con Radio Missione Francescana online ha raggiunto oltre centoquaranta articoli che spaziano su tutto quello che può riguardare la vita sociale e politica cittadina. Ha idee forti per la sua Varese. “Un nome che era legato in tutta Italia alla eccellenza delle sue calzature, delle sue pelli, delle sue valigie, della sua antica carta e anche degli interruttori elettrici che innovavano i vecchi impianti.

Varese con chiarezza scommette sulla cultura e sull’arte, sulle bellezze del suo territorio. Non su iniziative effimere che durano lo spazio di un mattino ma sulla cultura che è organizzazione, motore di altra cultura, sviluppo e benessere economico per il territorio. I presupposti ci sono, numerosi”.

Ho avuto la fortuna di incontrarlo quasi dalla nascita dell’esperienza di Varesenews. La sua altezza, il suo sorriso dolce, la sua pacatezza che esprimeva forza ed energia mi hanno colpito da subito.

IDEOLOGIA E INNOVAZIONE

Un uomo novecentesco, figlio e artefice di uno sviluppo ideologico, ma poi capace di cogliere ogni elemento di innovazione. Ambrogio era ed è curioso del mondo, della vita, del movimento, di ciò che riguarda l’uomo. Viene facile pensarlo grazie alla vita che ha fatto e alle esperienze passate, ma non è così. Non basta esser stato accanto a Gianni Rodari per saper cogliere lo spirito anche fanciullesco di uno dei più grandi intellettuali italiani. E invece Ambrogio coltiva queste passioni per la cultura e le persone. Così scrive, partecipa a convegni e tiene le fila delle riflessioni culturali anche quando supera un’età dove rimettersi in gioco a imparare non è semplice. E sì, perché quando arrivano a diffondersi le email Vaghi ha oltre settant’anni e nessun ruolo così attivo da costringerlo a doversi  reinventare modi di comunicare che partano dal digitale. È vero che nel 1999 diventa presidente di Socrem, la società nata per la cremazione, ma non viene certo richiesta la sua operosità. E invece si butta nell’esperienza digitale con la stessa apertura di un suo grande estimatore di poco più giovane ed ex direttore della Prealpina, Pier Fausto Vedani. Una carica e una grinta da far invidia a tanti ragazzi.

Ambrogio, come Pier Fausto vogliono conoscere e capire cosa ci sia dietro l’esperienza di Varesenews. Anche perché nessuno dei fondatori e primi collaboratori arriva dai loro mondi. Ma è tanto di meglio perché significa che qualcosa si muove davvero in una città che troppo spesso vive solo per cooptazione. Loro sono stati parte dei poteri, ma non li amano e si divertono nel vedere questi quattro pazzi che vogliono fare un nuovo giornale.

Con loro c’è una terza figura che spesso fa da collante tra il mondo della politica e della cultura: Pietro Macchione. Ed anche lui si imbatte e scrive per la prima volta a Varese della nuova esperienza editoriale online.

Ambrogio stringe un bel rapporto con il giornale. Una relazione di attenzione e affetto, senza entrare nella squadra come si offrirà di fare Pier Fausto Vedani. Guarderà sempre con interesse e simpatia al mondo di quei giovani apprendisti del mestiere del racconto. Persone con la loro competenza decennale ma senza mai la spocchia di spiegarti come funziona il mondo.

Preciso e puntiglioso perché sa di avere ancora tanto da dire.

Ed è uno che non le manda a dire. Ormai anni fa, insieme con sua moglie fecero una significativa donazione al Molina. «Se proprio dovete parlarne, visto che questo gesto non ha alcun senso propagandistico, vorrei che questa donazione servisse da esempio per tutti coloro, e a Varese sono tanti, che qualche lira ce l’hanno, in modo da stimolarli ad aiutare le fondazioni della città».

Oggi l’augurio più grande, dopo questa lunga galoppata nel Novecento e il ventennio del secolo attuale è che quella quota cento lo riguardi e che continuino ad arrivare le sue email, anche nel cuore della notte, con il flusso dei suoi pensieri e riflessioni.

LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO

La presentazione del libro “Un cardinale rosso a Varese” – Incontro con l’autore Ambrogio Vaghi si svolgerà sabato 4 settembre alle 16.30 nella tensostruttura allestita nei Giardini Estensi.

Prenotazione obbligatoria, accesso solo con Green Pass.

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 03 Settembre 2021
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