Mercoledì 15 giugno sciopero degli esercenti contro i buoni pasto

L’obiettivo dell’iniziativa voluta di concerto da FIEPET Confesercenti e dalle maggiori associazioni di settore è quello di sensibilizzare Governo, Consip ed opinione pubblica sulle criticità legate alla gestione di questo metodo di pagamento

buoni pasto

Mercoledì 15 giugno sarà una giornata di mobilitazione delle imprese della somministrazione e della distribuzione per dire basta all’attuale sistema dei buoni pasto, definito “un vero e proprio debito che grava sulle spalle degli imprenditori che li accettano nelle loro attività”.

L’obiettivo dell’iniziativa voluta di concerto da FIEPET Confesercenti e le altre maggiori associazioni di settore è quello di sensibilizzare Governo, Consip ed opinione pubblica sulle criticità legate alla gestione di questo metodo di pagamento che prevede dei costi insostenibili per le imprese pari circa al 30% del valore nominale del buono stesso.

Tale azione si pone al culmine della campagna di sensibilizzazione avviata lo scorso 7 maggio con la Conferenza congiunta delle Associazioni firmatarie dell’iniziativa, per chiedere una riforma del sistema di erogazione ponendo l’attenzione su due aspetti fondamentali: la salvaguardia del valore nominale dei buoni e la definizione di tempi certi di rimborso da parte delle società emettitrici.

«Ben venga questa iniziativa a carattere nazionale e che la sede territoriale sposa riconoscendo il problema anche tra gli associati della Provincia. La situazione è veramente fuori controllo: non si possono sostenere delle commissioni così alte. – afferma Enrico Introini, Presidente territoriale FIEPET Confesercenti – Per noi ristoratori, la situazione è stata già difficile con il COVID19, la guerra e l’aumento del costo delle materie prime hanno peggiorato la salute di questo settore fondamentale per l’economia italiana. I prezzi al cliente non possiamo aumentarli e rinunciare al pagamento attraverso i buoni pasto per alcune realtà non è possibile perché vorrebbe dire perdere clientela. Commissioni al 20/30% sul valore nominale sono esagerate considerando che il margine sul pasto servito non è del 30%: il rischio è di essere sempre in perdita! È necessario rivedere tutta la filiera dalla produzione/emissione sino al rimborso per raggiungere una soluzione che sia sana per tutti».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Giugno 2022
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