Si avvicinano le elezioni e si preparano i tabelloni per i manifesti
I Comuni (tranne quelli microscopici) devono predisporre gli spazi entro il 25 agosto. Ecco le regole, per i manifesti e anche per le altre forme di propaganda elettorale
Arrivano le elezioni e arrivano anche i tabelloni dei manifesti dei partiti: in questo agosto anomalo i Comuni dovranno occuparsi anche di questo, visto che da un mese prima delle votazioni – fissate al 25 settembre – dovranno essere attivati gli spazi per le affissioni (foto: elezioni del 1948).
Le norme sono state comunicate come di consueto dal Ministero degli Interni, attraverso le Prefetture.
I posti per i manifesti elettorali devono essere approvati dalle giunte comunali tra martedì 23 e giovedì 25 agosto, vale a dire tra il 33imo e il 31imo giorno prima delle elezioni (sono esclusi dall’obbligo i paesi sotto i 150 abitanti, escluso quindi ad esempio Duno). Sono previsti specificamente manifesti per i partiti che si presentano alla Camera e al Senato, ma anche per i candidati ai collegi uninominali. Va ricordato che nei collegi si presentano candidati delle singole coalizioni, non dei partiti: per la provincia di Varese sono previsti due collegi (Varese e Busto Arsizio, vedi qui per la ripartizione) per l’elezione di altrettanti deputati alla Camera e un collegio per il Senato.
Da venerdì 26 agosto poi si entrerà nel vero e proprio periodo elettorale, dalla durata di un mese. La norma prevede che vengano vietate le pubblicità luminose mobili (mentre sono ammessi i “camion-vela”), la pubblicità fissa al di fuori degli spazi elettorali e delle sedi di partito, ma anche forme più vecchie di propaganda come il “lancio o getto di volantini”. I Comuni devono anche mettere a disposizione le sale comunali in maniera equilibrata a tutti i partiti e candidati: normalmente ogni Comune ha già un suo regolamento interno per le prenotazioni dei locali e delle sale.
Le forme di propaganda elettorale sono ammesse fino a venerdì 23 venerdì. Sabato e domenica scatta – come di consueto – il “silenzio elettorale”, con divieto di comunicazioni e nuove affissioni (i manifesti già affissi rimangono visibili, ovviamente)
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