Commercio a Busto Arsizio, in buona salute ma ci sono zone dove sta scomparendo
Continuano ad esserci più aperture che chiusure ma ci sono intere zone della città in sofferenza come a Borsano e Sacconago: "Troppa decadenza. I proprietari degli immobili devono fare qualcosa"
Come ormai è consuetudine per l’assessore al Commercio Manuela Maffioli sono stati resi noti i dati sull’andamento delle attività commerciali a Busto Arsizio che, al netto di chiusure non comunicate agli uffici comunali, riportano un saldo positivo di 68 attività aperte in più tra chiusure, nuove aperture e subentri.
Cresce, forse non abbastanza, la ricettività turistica
Tra le tante voci che compongono il variegato mondo delle attività commerciali l’assessore, che ha anche la delega alla Cultura, sottolinea la crescita del numero di abitazioni diventate casa vacanza o bed and breakfast: «Il saldo positivo è di 12 unità, significa che Busto Arsizio ha un potenziale ricettivo da sfruttare che, sono convinta, è legato anche al lavoro fatto per quanto riguarda l’attrattività culturale della città oltre che per le fiere o per i classici motivi di lavoro».
Luci sul centro, ombre su Sacconago e Borsano
L’assessore sottolinea, però, che i dati positivi mostrano anche alcune ombre, soprattutto nelle zone più periferiche della città come a Borsano e Sacconago, quartieri da tempo in sofferenza dal punto di vista dell’attrattività commerciale: «Sappiamo che qui ci sono problemi importanti e per questo abbiamo avviato una prima azione sui due centri storici con nuovi elementi di arredo urbano finalizzati a migliorarne la fruibilità».
Stefano Mauri, dell’associazione dei Commercianti di Sacconago, punta il dito contro gli stessi sinaghini proprietari di immobili con scarsa manutenzione: «Abbiamo un problema anche di spazi commerciali agibili. Molti negozi non possono essere riaperti perchè i proprietari lasciano andare interi edifici in malora». E qui emerge un dato, fatto notare anche dall’architetto Monica Brambilla che è dirigente del settore urbanistico: «Abbiamo avviato un monitoraggio delle proprietà che hanno usufruito dei vari bonus fiscali per l’edilizia (110, bonus facciate, ecc.) ma è ancora incompleto anche perchè alla scadenza del 25 novembre scorso, data ultima per poter usufruire dello sconto al 110, sono state presentate 300 richieste di rustrutturazione. Un numero importante che analizzeremo per capire dove avverranno questi lavori».
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I progetti per il Distretto Urbano del Commercio nel 2023
Di progetti per il commercio ce ne sono, basti ricordare il bando regionale appena vinto dal Duc che permetterà di mettere mano a due vie del centro (via Bramante e via Cavallotti) migliorandone la fruibilità oltre al bando nel bando che darà contributi a quegli esercenti che vi parteciperanno.
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I segni meno
I segni meno, invece, si registrano proprio nel commercio di vicinato misto con 4 cessazioni a fronte di nessuna nuova apertura e nessun subentro. Altro settore che registra una contrazione è quello del commercio elettronico puro: «Segno dei tempi che sono nuovamente cambiati, dopo il covid. A fronte di 17 aperture si registrano 21 chiusure con un saldo negativo di 4». Molto turnover si registra, invece, nell’ambito della somministrazione di alimenti e bevande (bar e ristoranti) che conta 23 aperture, 32 chiusure e 22 subentri con un saldo positivo di 13 attività: «Questo dato ci dice che si tratta di un settore non banale dove occorrerà proporre una formazione più articolata per chi, da zero, decide di fare questo tipo di lavoro» – ha commentato Rusi Collini, presidente di Confcommercio.
L’importanza di fare rete
Sara Leoni, vicepresidente del Comitato Commercianti del Centro Cittadino, ha invitato tutti a fare rete per «tornare al progetto originario che spinse alla creazione del nostro comitato e del Duc, ovvero ricreare l’idea di un centro commerciale ma diffuso e all’aperto. C’è ancora molta strada da fare per fare in modo che gli orari di apertura si armonizzino tra le varie realtà. Capita in alcune zone che vi siano vetrine spente alternate a negozi aperti».
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