Un anno di servizio civile per Gallarate, “per il bene della comunità”

Giacomo Cadoria è da sei mesi e mezzo volontario in servizio civile alla Pro Loco cittadina. Il progetto è dell'Unione Nazionale Pro Loco d'Italia e sarà rinnovato anche quest'anno, con scadenza il 10 febbraio

gallarate generico

Il servizio civile, nato come forma di alternativa alla leva militare, oggi è una scelta libera. Lo si fa per la propria comunità, in modi e contesti molto diversi: Giacomo Cadoria, 23enne di Rho, ha deciso di farlo occupandosi della Pro Loco di Gallarate, all’interno di un progetto dell’Unpli, l’unione delle Pro Loco italiane.

«Sono a Gallarate dal 20 luglio, il giorno del mio compleanno. E finirò il 20 luglio 2023, il giorno in cui compio 24 anni», ci racconta nei locali della Pro Loco, in un vicolo della parte più popolare (un tempo e anche oggi) del centro storico della città.

Ma come sei arrivato a Gallarate?
«Mi sono informato lo scorso anno sul bando 2022-23, cercando tra i vari enti ho trovato il progetto dell’Unpli. Considerati miei studi in turismo, appena conclusi con la tesi, l’ho trovato perfettamente corrispondente al mio percorso. La sede della Pro Loco di Gallarate era la più vicina, poi l’altra più vicina era a Melzo dove ci sono gli uffici Unpli».

Come è stato il primo contatto con Gallarate?
«Dopo l’ambientamento, ho iniziato a occuparmi delle attività: in quei giorni era in corso la Contrada del Brodo, una festa tradizionale di Gallarate, nel rione del centro dove ci troviamo. Una tradizione nata nel Dopoguerra, quando si distribuiva un brodo di carne ai più bisognosi: la festa poi è legata alla tradizione della Madonna del Carmelo, è molto sentita. Io non conoscevo nulla di Gallarate: la prima volta che venni a Gallarate, arrivai proprio mentre si preparava il brodo».

Cosa ti ha colpito di più delle attività della Pro Loco, ma anche della città in genere?
«Fino ad ora mi ha colpito la Befana in elicottero, davvero inconsueta. Mi ha molto colpito anche il museo degli Studi Patri: una delle prime persone che mi hanno presentato fu il presidente Matteo Scaltritti, che mi fece scoprire un luogo prezioso, con una straordinaria quantità di reperti oltre alla ricca biblioteca. Spero di poter collaborare anche con loro: gli enti non devono lavorare solo per sé, devono collaborare e cooperare per la città».

In questi primi sei mesi di cosa ti sei occupato?
«Ho curato la mostra sulla ferrovia a Gallarate, organizzata con il DLF e la collana Galerate».

Dove hai messo anche molto di tuo…
«Posso dire di essere l’ideatore, partendo dalla mia passione: bisogna sempre seguire i propri sogni e progetti. Poi ho aiutato all’allestimento della mostra delle opere di GiPro, Giuseppe Proverbio, insieme alla sua famiglia».

La sede di Gallarate è solo una delle diverse sedi del progetto dell’Unione Pro Loco d’Italia: come hai vissuto fin qui il rapporto con i tuoi “colleghi” di servizio civile?
«C’è stata un’occasione di formazione con gli altri della Lombardia: ci siamo incontrati a Gorgonzola, ospiti della Pro Loco. C’erano ragazzi da Crema, che ha un vero ufficio turistico, da Pizzighettone, da Melzo. Poi parteciperò alla due giorni a Roma, il 24-25 febbraio, con tutti i volontari del Servizio Civile. A dicembre sono stati indicato come delegato regionale), a Roma si eleggeranno i rappresentanti di tutta Italia».

A luglio finirai il tuo servizio civile, ma il progetto Unpli prevede ancora un posto a Gallarate per il prossimo anno, giusto?
«Spero che ci sia un candidato e di poter conoscere quest’estate la persona che continuerà il progetto: la scadenza è il 10 febbraio. Il servizio civile è una opportunità di partecipazione democratica: io l’ho interpretata anche come scelta nel solco dell’obiezione di coscienza e di rifiuto del male, concorrendo invece al bene e al tessuto sociale della comunità. È una sfida che richiede la partecipazione dei giovani, per un futuro ancora da scrivere».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 06 Febbraio 2023
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