Willy Caruso a Deejay Chiama Italia: “A Varese vivo bene, vorrei completare gli studi al college”
Il pivot della Openjobmetis ospite della trasmissione di Linus e Nicola Savino. «Le università americane permettono di laurearsi agli sportivi che lasciano per diventare professionisti. Non conoscevo Varese al mio arrivo, si respira aria di basket»

Mattinata speciale per Guglielmo Caruso, il 23enne pivot della Openjobmetis di Matt Brase e della nazionale del c. t. Gianmarco Pozzecco. Il lungo biancorosso è infatti “spuntato” all’interno di una delle trasmissioni radiofoniche più amate e seguite a livello nazionale, la celebre “Deejay chiama Italia” condotta da Linus e da Nicola Savino.
Caruso ha raggiunto gli studi milanesi di Radio Deejay per partecipare in qualità di ospite del “salotto” di tarda mattinata dei due popolari conduttori (l’emittente milanese ha di recente stretto un accordo con Legabasket in occasione delle Final Eight di Torino) che, in cambio, hanno ricevuto una maglia ciascuno della Openjobmetis. (nella foto in alto)
Il lungo intervento di Willy è iniziato con alcuni cenni alla sua esperienza nel campionato universitario americano, la NCAA, visto che il pivot ha trascorso tre stagioni con il college di Santa Clara in California: «Negli USA sono andato con i genitori per visitare le strutture e per scegliere dove andare, poi ho vissuto da solo. Ho studiato Communication, materia simile alla nostra “Scienze della comunicazione” ma non ho ancora completato gli studi perché ho avuto la possibilità di giocare in Italia. I college però tengono molto alla formazione degli atleti e danno l’occasione di laurearsi anche a chi, come me, ha lasciato i corsi per un contratto da professionista. Mi mancano pochi crediti e ho l’intenzione di completare gli studi, magari in una delle prossime estati».
Caruso ha anche parlato di Varese: «Quando sono arrivato alla Openjobmetis non conoscevo la città, non ci ero mai stato, ma mi trovo molto bene. Per un giocatore di basket poi è speciale vista la storia che si respira intorno alla società; certo – ha riso – quando i risultati arrivano si vive ancora meglio». Stuzzicato sul mercato (qualche voce negli ultimi giorni parla di un interessamento da parte della Virtus Bologna ndr), Willy ha risposto da prassi: «Ho ancora un anno di contratto e a Varese mi trovo molto bene».

«La NBA – ha proseguito su domanda di Linus e Nicola – ovviamente resta un sogno e una speranza per tutti coloro che giocano a basket. Tra i giocatori che mi hanno avvicinato a questo sport c’è stato sicuramente Kobe Bryant ma anche LeBron James è un grande. A proposito di NBA, c’è un mio ex compagno di college, Jalen Williams, classe 2001 che sta facendo bene (a Oklahoma City ndr). Una cosa divertente invece è la presenza nella Lega di un altro Caruso, Alex, che ha giocato anche nei Lakers: quando ero a Santa Clara ovviamente molti collegavano il nostro cognome e quindi la gente mi notava anche per quello».
Nel corso della mattina il pivot varesino ha anche parlato di come si è accostato alla palla a spicchi: «Da subito si è capito che potessi diventare alto: papà è 1,93, mamma supera gli 1,80 e sono entrambi piuttosto sportivi anche se non avevano mai giocato a pallacanestro. Io ho iniziato con il calcio – sono anche un grandissimo tifoso del Napoli – ma poi crescendo di altezza mi sono avvicinato al basket anche spinto dalla mamma e da altri ragazzi che ci giocavano. Da lì mi sono appassionato e ho capito piano piano di poter diventare un giocatore. Sono un lungo un po’ atipico, un po’ meno grosso di altri pari ruolo ma sono più tecnico e più agile rispetto ad altri».
Esaurita l’esperienza radiofonica però ora testa a Trieste, prossima fermata del treno Openjobmetis: «Non ci sono giornate semplici o avversari facili da affrontare. Il livello del campionato è alto, molte squadre di bassa classifica sono riuscite a strappare punti alle prime. Non possiamo distrarci».
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