“Mia madre salvata due volte all’ospedale di Varese. Grazie ai medici che hanno voluto darci una possibilità”

La signora Carla è stata operata per ben due volte nel giro di tre mesi per dissezione dell'aorta, ascendente prima e discendente poi. Il racconto della figlia si è sentita trattata con umanità, professionalità e attenzione

cardiochirurgia

« Grazie. Io e mia mamma Carla vogliamo ringraziare chi ha seguito il caso. Non era semplice, nulla era scontato. Ma ci hanno voluto provare lo stesso».

È la figlia Elisa a parlare a nome suo della madre e del fratello. La signora Carla, 78 anni, è stata sottoposta a un delicato e complicato intervento,  un’endoprotesi ramificata nel segmento più prossimale dell’aorta. Qualche settimana fa avevamo parlato della storia chirurgica, complessa, rara ( una ventina di casi in Italia e una cinquantina in Europa), difficile e rischiosa.

Delicato intervento chirurgico all’ospedale di Varese per inserire un’endoprotesi ramificata

Quello che Elisa vuole raccontare è il punto di vista del paziente, di chi si è sentito accudito, ascoltato, curato e salvato.

LA PRIMA DISSEZIONE ASCENDENTE DELL’AORTA

« Mia madre è una donna forte. Vedova dall’età di 35 anni ha allevato me e mio fratello da sola, senza mai un lamento, senza cedimenti. Quando ha iniziato a sentirsi male – ricorda Elisa – l’abbiamo portata in un ospedale di Milano. I medici avevano visto che c’era un’aneurisma dell’aorta ascendente di 5 centimetri. Non l’hanno voluta operare e hanno rinviato di sei mesi i controlli. Nel dicembre scorso, è stata sottoposta nuovamente a indagini, la situazione era identica e la decisione fu ancora di non intervenire. A febbraio la situazione è precipitata, mia madre ha iniziato a stare molto male, con dolori lancinanti al petto e alla schiena. Era in stato confusionale e si vedeva che si stava spegnendo. Abbiamo chiamato i soccorsi e l’ambulanza l’ha portata al Valduce di Como. Qui i medici hanno valutato la situazione e non ci hanno lasciato speranze: dissezione aortica ascendente di tipo A con grosso ematoma intramurale. Hanno deciso però di trasferirla in terapia intensiva al Circolo di Varese».

Elisa ha ancora ben presenti le sensazioni di quel trasferimento in ambulanza: « Era la mia mamma, la mia forza e il mio perno. Non c’è stato un giorno che non l’ho avuta accanto ad affrontare le difficoltà. Era l’ultima volta che avrei potuto stare con lei. Era tutto così tragico».

“LA MAMMA C’È ANCORA, PROVIAMO A OPERARE”

All’arrivo in ospedale al Circolo, però, Elisa viene accolta dal cardiochirurgo dottor Borsani che le dà una speranza: « la mamma c’è ancora. Proviamo a operare».

La signora Carla entra per la prima volta in sala operatoria. L’intervento è complesso, a cuore aperto. Per cinque ore i chirurghi affrontano la dissezione: « È stato come rinascere. Qualcuno che mi parlava di tentativo di cura, di intervento. Per la prima volta ho avuto la sensazione che guardassero la persona oltre alla patologia. Eravamo considerati pazienti e non casi clinici».

L’operazione dura 5 ore. La signora Carla va in terapia intensiva e dopo 5 giorni va nel centro per la riabilitazione: qualche intoppo ma il decorso è lineare.

Torna a casa e riprende piano piano la vita di un tempo.

LA SECONDA DISSEZIONE AORTICA DISCENDENTE

Il 30 aprile scorso la situazione precipita nuovamente: « Mi chiama perchè avverte di nuovo un forte dolore al petto e alla schiena. Viene portata in ambulanza in pronto soccorso al Sant’Anna dove i medici intuiscono immediatamente la gravità. È ricoverata e sottoposta a controlli approfonditi. Ed emerge una situazione rarissima: la dissezione dell’aorta discendente. È stato un colpo tremendo. Non erano passati nemmeno tre mesi: avremmo ricominciato tutto da capo…».

La donna torna in ospedale a Varese, dove i medici di cardiochirurgia e chirurgia vascolare discutono il caso apertamente con i due figli: « Ci hanno spiegato che c’erano tre possibilità: o attendere la naturale tragica evoluzione, o aprire con il rischio di trovare tutti gli organi incollati tra loro, oppure affrontare un’operazione rara, fatta solo una volta nel nostro ospedale e con una casistica generale troppo bassa per avere dati statistici. Alla fine hanno deciso di percorrere la strada più complessa ed effettuare l’endoprotesi ramificata nel segmento prossimale dell’aorta».

L’ENDOPROTESI RAMIFICATA NEL SEGMENTO PROSSIMALE DELL’AORTA

La donna arriva in sala chirurgica il 29 maggio quando ogni dettaglio è pronto: « Mia madre è entrata in sala operatoria alle 8 del mattino e ho ricevuto la telefonata dal professor Ferrarese alle cinque di sera. È stata una lunga attesa, angosciante. Ma mi fidavo di quei medici che avevano dimostrato attenzione e professionalità. Ero stata preparata su ogni passaggio dell’intervento, mi avevano dedicato tutto il tempo necessario per farmi capire cosa avrebbero fatto. In sala c’erano diversi medici perchè occorreva intervenire su vari organi in contemporanea. C’era anche l’ingegnere che aveva progettato la protesi».

L’’intervento riesce, la madre viene ricoverata in terapia intensiva ma già il giorno successivo è estubata e dopo 2 giorni mandata a casa dove sta affrontano la convalescenza: « È stanca ma mia mamma è viva. Deve stare a riposo ma la posso vedere, ci parliamo. Ed è un miracolo, realizzato da medici, il dottor Borsani, il professor Piffaretti, il professor Ferrarese, e quanti hanno avuto una parte. Tutti insieme hanno voluto provarci, non ci hanno abbandonato. E questa è la cosa di cui voglio dire maggiormente grazie: se anche le cose non fossero andate nel verso giusto, io avrei potuto solo essere grata a chi, comunque, si è impegnato per darci una possibilità».

La signora Carla ha affrontato una patologia molto grave, per due volte ha avuto lacerazioni dell’aorta che, di solito, chiedono interventi immediati: « Lei è una donna molto devota e la fede l’ha sostenuta per tutto il doloroso percorso. È davvero un miracolo ma anche una grande fortuna aver incontrato dei medici che sanno curare non solo il fisico ma anche l’anima di chi hanno davanti. Ed è questo il loro grande merito».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 02 Luglio 2024
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