A Malpensa e Linate sciopero delle addette alle pulizie. “Dateci almeno il ticket mensa”
Dopo un primo sciopero a inizio settembre, il 1° ottobre nuova protesta per le lavoratrici che si occupano dei terminal. E che lavorano su due "mezze giornate" nella stessa giornata
A Milano Malpensa scatta un nuovo sciopero delle addette alle pulizie. È il secondo – dopo quello di inizio mese – per chiedere «un contratto integrativo dignitoso», che preveda «anche l’erogazione di un ticket mensa».
La protesta – che vedrà anche un presidio in aeroporto – è quella delle addette alle pulizie che lavorano per Dussmann e Spd, le società che hanno in appalto il lavoro nei due scali milanesi gestiti da Sea, quindi Malpensa ma anche Linate (nella foto di apertura: corteo dell’autunno 2022, a cui era seguito un secondo sciopero con presidio a febbraio 2023).
Un appalto – sottolinea il sindacato AdL – da quasi 117 milioni di euro, con le stesse superfici di pulire ma che «contrariamente a quanto era previsto in precedenza ha applicato una riduzione lavorativa del 33% per 6 ore al giorno». Meno ore per fare lo stesso lavoro,«a fronte del consistente aumento dell’importo riconosciuto agli appaltatori».
Le addette alle pulizie «sono assunte con un contratto part time a 7 ore al giorno, e
sono obbligate ad effettuare un’ora di pausa pasto non retribuita», a dividere due metà di giornata (tre ore al mattino, tre al pomeriggio).
La richiesta del ticket mensa quindi non è solo un “benefit”, ma appunto è anche la volontà di veder riconosciuta l’intera giornata lavorativa.
C’è poi anche una visione più generale: il sindacato contesta l’appalto esterno e chiede a Sea di «porre fine alla logica della terziarizzazione delle attività aeroportuali in capo al gestore»: «Con tale logica, Sea Spa sta riducendo sistematicamente il proprio personale, mettendolo a carico della collettività, per poi sostituirli, aumentando il numero dei dipendenti degli appaltatori, che vengono retribuiti con stipendi nettamente inferiori a quelli di Sea».
AdL come detto terrà un presidio in aeroporto (nei due aeroporti, cn corteo nel terminal) e si rivolge anche alle «forze politiche di maggioranza e di minoranza del Comune di Milano» per segnalare la situazione.
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