Il mondo del basket dice addio al mitico Dikembe Mutombo
Un tumore al cervello si è portato via un giocatore simbolo degli anni Novanta, il pivot numero 55 che dopo il ritiro ha creato una fondazione benefica per la sua Repubblica Democratica del Congo
Il mondo del basket piange lacrime amare: è morto oggi – 30 settembre – un giocatore a suo modo leggendario, il congolese Dikembe Mutombo. Pivot dalla fisicità notevole (alto 2,18 per 120 chili, dotato di ottima scelta di tempo), Mutombo è stato per diversi anni uno dei migliori difensori della NBA.
Nato a Kinshasa nel 1966, Mutombo aveva iniziato a giocare in patria ma si era trasferito negli USA grazie a una borsa di studio dell’università di Georgetown. Da lì ha spiccato il volo tra i professionisti della NBA vestendo la sua celebre canottiera numero 55. I primi 10 anni sono stati quelli più importanti a livello personale, divisi a metà tra i Denver Nuggets (che lo scelsero nel 1991) e gli Atlanta Hawks (dove arrivò nel 1996). Poi il passaggio a squadre capaci di arrivare in finale: prima Philadelphia (con Allen Iverson) e poi ai New Jersey Nets (con Jason Kidd), anche se non è bastato per conquistare un anello.
In campo, Dikembe Mutombo divenne famoso per il gesto effettuato dopo ogni sua poderosa stoppata: dito indice agitato a fare “no”, accompagnato dalla frase “Not in my house” (non [segni] in casa mia). Otto volte “all star” ha vinto per quattro anni il premio di miglior difensore della NBA.
Dopo il ritiro il pivot ha confermato il suo grande spessore umano, devolvendo fondi ingenti al proprio Paese natale – la Repubblica Democratica del Congo – attraverso la Dikembe Mutombo Foundation. Tra le opere più importanti un grande ospedale e una grande scuola a Kinshasa. Colpito da un tumore al cervello, è morto due anni dopo aver annunciato la malattia.
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