Al Centro Parkinson dell’ospedale di Gallarate una nuova terapia per la fase avanzata della malattia
L'assunzione di levodopa tramite infusione continuativa sottocutanea. Il 3 dicembre scorso è stato inserito al primo paziente il dispositivo. A inizio 2025 verranno effettuati altri due posizionamenti

Dopo l’annuncio dell’Asst Sette Laghi, anche al Centro Parkinson del reparto di Neurologia dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate di ASST Valle Olona è disponibile la nuova terapia per la fase avanzata della Malattia di Parkinson, ovvero la levodopa tramite infusione continuativa sottocutanea.
Il 3 dicembre, nel reparto di Neurologia, è stato posizionato al primo paziente un dispositivo per l’infusione sottocutanea di levodopa, gold standard della terapia per la Malattia di Parkinson.
Nelle fasi avanzate della malattia, cominciano a comparire le cosiddette fluttuazioni motorie, ovvero i blocchi motori e/o le discinesie (movimenti involontari eccessivi che colpiscono gli arti o il tronco e che possono inficiare notevolmente la deambulazione con aumento del rischio di cadute).
Il dr. Luca Tricoli, referente del Centro Parkinson del reparto di Neurologia sottolinea «Quando compaiono le fluttuazioni motorie, e la terapia orale non basta più a controllare i sintomi, è necessario ricorrere a nuove strategie terapeutiche. Tra queste, l’infusione sottocutanea di levodopa rappresenta una tecnica sicura, efficace, mini invasiva e facilmente attuabile. È indicata in pazienti in fase avanzata, che mantengono ancora una buona risposta alla levodopa, e che non rispondo più ottimamente alla terapia orale».
La somministrazione del farmaco sottocute avviene per mezzo di un micro-ago inserito nello strato adiposo e tenuto in sito da un cerotto che comporta minima invasività per il paziente poiché la sua inserzione è effettuata manualmente e non necessita di intervento chirurgico o il posizionamento di una Gastrostomia Endoscopica Percutenea (PEG).

Lo staff del Centro Parkinson all’ospedale di Gallarate
Prosegue il dr. Tricoli «La plurisomministrazione giornaliera dei farmaci orali, associata al rallentato e irregolare svuotamento gastrico, è alla base delle fluttuazioni dei livelli di levodopa nel sangue, che sono responsabili dei movimenti involontari o dei blocchi (fasi off). L’infusione continua di farmaco permette una stimolazione dopaminergica più fisiologica e stabile, con conseguente riduzione delle fluttuazioni dei livelli di levodopa nel sangue. La formulazione unica a rilascio continuo ad uso sottocutaneo è una terapia all’avanguardia che permette un notevole cambiamento nella qualità di vita sia del paziente che dei familiari. Grazie a questa tecnica, molti pazienti passano dall’assumere 10-12 compresse al giorno, a 0 compresse, utilizzando esclusivamente un dispositivo portatile collegato tramite un tubicino con il sottocute» sottolinea il dr. Tricoli.
Il dr. Isidoro La Spina, Direttore della Struttura Complessa di Neurologia di Gallarate, conclude: «La possibilità di effettuare questa tecnica anche nel nostro Centro, è di fondamentale importanza perché permette un minor disagio per i pazienti, spesso complessi e compromessi, che evitano lunghi spostamenti, oltre ad un riferimento stabile e più vicino nella gestione delle problematiche quotidiane legate alla terapia».
Per l’inizio del 2025 sono già previsti due nuovi posizionamenti a pazienti affetti da malattia di Parkinson in fase avanzata.
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