Dal Liceo al Duomo, Don Massimiliano racconta la sua vocazione
È uno degli undici sacerdoti che saranno ordinati sabato 7 giugno alle ore 9, in Duomo, dall’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Celebrerà la prima messa Casciago domenica 8 giugno alle 10.30

Massimiliano Rossignoli, 31 anni, della comunità pastorale di Sant’Eusebio di Casciago è uno degli undici sacerdoti che saranno ordinati sabato 7 giugno alle ore 9, in Duomo, dall’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Celebrerà la prima messa Casciago domenica 8 giugno alle 10.30.
Così Don Massimiliano parla di sé :
“Raccontare in poche righe qualcosa della propria vocazione è un’impresa ardua, perché è talmente grande la sproporzione tra quel che avrei potuto immaginare e quel che è accaduto nella mia storia che ogni tentativo appare riduttivo.
Ho 30 anni, sono cresciuto a Casciago, vicino Varese, in una famiglia che mi ha dato moltissimo e per la quale non sarò mai sufficientemente grato. Approdato al liceo, la mia vita è stata stravolta nell’incontro con la comunità cristiana, mai avrei potuto immaginare che le giornate potessero acquistare una tale intensità nel vivere tutto, dallo studio alle amicizie”.
“Era un giorno di primavera del terzo anno di superiori quando mi sorpresi a dare del “Tu” a Gesù. Quell’intensità, quella diversità, quella novità di vita che si era introdotta in me, quel qualcosa che era entrato nella mia storia aveva un nome, ha un nome, è la presenza di Dio, la scoperta di un volto amico, quel volto da cui io stesso scaturisco.
Come associare quella vita che iniziava in me a quell’uomo vissuto duemila anni fa? È stata una sfida grande alla mia ragione, alla mia esigenza di ragionevolezza, che durante l’Università ho potuto guardare in faccia, dentro l’avventura di quegli anni in cui, tra lo studio della giurisprudenza e l’immersione nella comunità cristiana, è fiorita la mia vocazione”.
“Questi anni di Seminario, poi, sono stati il tempo in cui scendere in profondità e crescere nella familiarità con Gesù, l’unico che è capace di attrarre tutto di me e di rispondere alla sete del mio cuore. Nel maturare della vocazione si è svelato sempre più nitidamente l’amore alla Chiesa universale e a questa nostra Chiesa diocesana, che ha custodito e alimentato in me il dono della fede.
Che ogni giorno sia l’occasione per scoprire sempre più chi è Lui per me, così da comunicarlo a quanti, anche inconsapevolmente, lo attendono”.
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