Gavirate, via libera al nuovo sovrappasso sull’SP1: progetto da 1,3 milioni, presentato dal vicesindaco Zocchi

Arriva sul tavolo del consiglio comunale la costruzione del sovrappasso. Foti (FdI): “Un’opera di 25 anni fa”. Bisanti (Vivere Gavirate): “Attenzione alla sicurezza”. Le risposte del sindaco Parola

Consiglio comunale Gavirate Massimo Parola Sindaco

Il progetto del nuovo sovrappasso sull’SP1 entra ufficialmente nel piano triennale delle opere pubbliche del Comune di Gavirate. Un’opera strategica, presentata in consiglio comunale dal vicesindaco Roberto Zocchi durante la discussione sulle variazioni di bilancio, che segna l’avvio formale dell’iter tecnico e amministrativo necessario per arrivare alla gara d’appalto.

Il nuovo ponte, che servirà a garantire maggiore sicurezza e fluidità del traffico lungo l’arteria provinciale, ha un costo complessivo di 1.310.000 euro, di cui 1.200.000 euro finanziati dalla Provincia di Varese e 110.000 euro coperti con fondi comunali. «Questa sera – ha spiegato Zocchi – siamo chiamati ad approvare la variazione di bilancio per poter disporre del capitolo completamente finanziato. Dopo l’approvazione in giunta, potremo dare il via all’iter già intrapreso per l’incubatoio di Groppello».

Le critiche dell’opposizione: Foti (FdI) e Bisanti (Vivere Gavirate) mettono in discussione l’intervento

Ma non tutti, tra i banchi del consiglio, condividono l’entusiasmo. A sollevare dubbi e perplessità è stato il consigliere di Fratelli d’Italia Simone Foti, che ha ricordato come questo progetto risalga a circa 25 anni fa con addirittura a progetto due sovrappassi: «È un tema di cui si parlava già un quarto di secolo fa – ha sottolineato – e che avrebbe dovuto essere realizzato dalle strutture private che si sono insediate sul territorio. Invece, oggi ci ritroviamo con tutte le attività commerciali presenti, e le opere pubbliche, come questo ponte, mai realizzate. Ora la Provincia lo finanzia e il Comune deve comunque metterci altri 110mila euro».

Il consigliere ha contestato l’intervento anche dal punto di vista dei principi di equità e gestione delle risorse: «Indipendentemente dal fatto che siano fondi provinciali o comunali, restano soldi dei cittadini. Le tasse le paghiamo tutti. Non è che i fondi della Provincia li mette “Babbo Natale”. Questo è un concetto base che sembra sfuggire».

Inoltre, Foti ha poi ricostruito la storia originaria del progetto urbanistico dell’area: «Quando è stato realizzato il centro commerciale, erano previsti due ponti. Progetti esistenti, chiari, che oggi sono semplicemente scomparsi. Le opere dovevano essere fatte dai privati, come previsto dalle convenzioni iniziali. Invece non è mai successo. E oggi, 25 anni dopo, l’amministrazione mette il “cappello” su una situazione irrisolta, e si spendono risorse pubbliche per rimediare a un errore storico».

Infine, un accenno al contesto urbano dell’area: «Quella zona è oggetto di criticità da anni, tra schiamazzi notturni, mancato controllo e apertura di attività fino a tardi». Sulla questione, questa settimana, è intervenuto anche il consigliere Gianni Lucchina (Vivere Gavirate) con alcune proposte.
Nel corso del dibattito, è intervenuta anche la consigliera Beatrice Bisanti (Vivere Gavirate), che ha invitato l’aula a una riflessione più ampia sul comportamento concreto degli utenti, in particolare dei giovani: «Non siamo del tutto a conoscenza dei dati reali sull’attraversamento attuale della strada in quel
punto – ha osservato – e il rischio è che, anche costruendo il ponte, molti ragazzi non lo utilizzino, preferendo comunque il percorso più breve. Rimettersi nei panni di un giovane significa anche ammettere che potrebbe non farsi quei 300 metri in più».

Per Bisanti, quindi, il tema della sicurezza non può risolversi solo con le infrastrutture: «Credo sia necessario analizzare attentamente il contesto, i comportamenti, le abitudini. Altrimenti rischiamo di realizzare un’opera importante che però non viene utilizzata come previsto».

La replica del Sindaco: «Le convenzioni sono cambiate, ora il ponte è una necessità di sicurezza»

A intervenire con un dettagliato chiarimento è stato il sindaco Massimo Parola, che ha ricostruito il lungo percorso tecnico e urbanistico dell’opera: «Mi permetto di rispondere brevemente alle osservazioni emerse. Inizialmente, molti anni fa, si era effettivamente parlato di due ponti: uno sulla SP50 e uno sulla SP1. Ma nel tempo, con l’evolversi dei progetti e delle verifiche tecniche, è emerso che sul primo non era possibile garantire un passaggio sicuro.Per questo motivo si è abbandonata quella ipotesi».

Secondo il sindaco, anche la convenzione con i privati che gestiscono il centro commerciale è cambiata: «C’è stato un aggiornamento delle condizioni tra Comune e società. Le risorse che inizialmente dovevano essere investite per quei ponti sono state convertite in altre opere, tra cui anche la realizzazione di una pista ciclopedonale parallela, oggi in fase di completamento».

Questa pista – ha spiegato Parola – si collega con il tracciato che va da Gavirate a Cocquio e Besozzo, passando dietro il centro commerciale per poi innestarsi verso Bardello, fino all’altezza della rotonda. «Con questo schema, avremo due opzioni di collegamento: una ciclabile, già finanziata dalla Provincia, e una sopraelevata – il sovrappasso – che garantirà un attraversamento sicuro dell’SP1, oggi ancora molto critico».

Il sindaco ha poi posto l’accento sulla funzione concreta del ponte: «È la Provincia che ha fortemente voluto e finanziato l’opera, proprio perché – una volta autorizzata la pista ciclopedonale – si è posto il problema di proteggere i ragazzi, le famiglie, gli sportivi che frequentano la zona di via dello Sport, dove si trovano molte delle strutture sportive comunali. L’attuale passaggio pedonale non è sufficiente: chi arriva da via della Ciocca rischia ogni volta, perché manca un
collegamento protetto».

Per Parola, quindi, «non c’è stata alcuna dimenticanza, né volontà di cancellare la storia urbanistica della zona. Semplicemente – ha concluso – si è fatta una scelta coerente con le mutate condizioni tecniche e sociali: oggi quella zona è più frequentata, più viva, e serve una vera infrastruttura per la sicurezza e la mobilità dolce».

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Pubblicato il 25 Luglio 2025
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