Dove si trasferiscono i pensionati italiani? Spagna, Portogallo e Tunisia le più gettonate. Ad andarsene sono soprattutto i più ricchi

A incidere è soprattutto il reddito: chi percepisce più di 5.000 euro lordi al mese è oltre sei volte più propenso a trasferirsi rispetto ai pensionati con redditi bassi

anziani vacanza

Spagna e Portogallo si confermano le mete preferite dai pensionati italiani che scelgono di vivere all’estero. Secondo l’ultimo report dell’INPS, sono oltre 2.800 i trasferimenti verso la Spagna, spinti da clima mite, costi sostenibili e comunità italiane già radicate. Il Portogallo segue da vicino, grazie ai benefici fiscali introdotti dal 2016 che hanno reso il Paese una delle destinazioni più attrattive d’Europa. Accanto a queste due mete emergono Svizzera, Francia e Germania, storicamente legate all’emigrazione italiana, e destinazioni più recenti come Albania e Tunisia, che attirano soprattutto pensionati del Sud Italia grazie alla vicinanza geografica e al basso costo della vita.

Un fenomeno in crescita: 228 mila pensionati italiani oltreconfine

Nel 2024 i pensionati italiani residenti fuori dai confini nazionali sono 228.600, ma l’analisi INPS si concentra su un segmento particolare: circa 38.000 persone che hanno lavorato tutta la vita in Italia e hanno deciso di trasferirsi solo al momento della pensione. Questo fenomeno, definito International Retirement Migration, riflette la combinazione tra una popolazione sempre più anziana – l’Italia è tra i Paesi più longevi al mondo – e l’attrattiva di condizioni fiscali e di vita più favorevoli in altri Stati.

I più ricchi sono i più propensi a trasferirsi

Misurando il fenomeno in rapporto alla popolazione complessiva, l’indice di emigrazione è più che triplicato: da 10 emigrati ogni 100.000 pensionati nel 2010 a oltre 30 nel 2023. A incidere è soprattutto il reddito: chi percepisce più di 5.000 euro lordi al mese è oltre sei volte più propenso a trasferirsi rispetto ai pensionati con redditi bassi. Per i primi l’emigrazione rappresenta una scelta di ottimizzazione fiscale e qualità della vita; per i secondi, spesso, è dettata da necessità economiche o ricongiungimento familiare.

Evoluzione storica: dal 2003 al 2024 cambia il profilo di chi parte

I dati raccontano una trasformazione profonda negli ultimi vent’anni. Nel 2003 le donne rappresentavano il 60% dei pensionati emigrati, spesso titolari di pensioni di reversibilità. Oggi la situazione si è invertita: nel 2023 gli uomini sono la maggioranza con il 61% del totale. Questo cambiamento riflette l’estinzione delle generazioni più anziane e l’affermarsi di nuovi flussi migratori, formati da pensionati con importi più elevati e motivati a migliorare il proprio benessere.

Boom dopo il 2016 e impatto della pandemia

Dal 2016 si registra una crescita costante delle partenze, favorita da agevolazioni fiscali e da una maggiore mobilità europea. I picchi del 2020 e del 2023 coincidono con dinamiche straordinarie: da un lato la pandemia e i suoi effetti amministrativi, dall’altro l’accumulo di pratiche di cambio residenza che hanno portato a un riallineamento dei dati. I rientri in Italia restano invece stabili, con un andamento che oscilla tra le 400 e le 800 unità annue, salvo eccezioni come il 2022, quando si sono registrati circa 2.000 rientri.

Le regioni italiane più coinvolte nei flussi migratori

Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Valle d’Aosta guidano la classifica delle regioni con la maggiore propensione all’emigrazione pensionistica, complice la vicinanza ai confini e una tradizione di mobilità transfrontaliera. Seguono Lombardia, Veneto, Piemonte, Lazio e Liguria. Al contrario, Calabria, Basilicata, Campania e Sardegna presentano i tassi più bassi, legati sia a minori disponibilità economiche sia a un radicamento familiare più forte.

Nuove mete emergenti: Albania e Tunisia

Negli ultimi anni si affacciano nuove destinazioni per i pensionati italiani. L’Albania, grazie alla sua prossimità geografica e alla convenienza economica, è scelta soprattutto da pensionati meridionali provenienti da Abruzzo, Molise e Puglia. La Tunisia, invece, attira pensionati autonomi e autosufficienti, attratti da un mix di fiscalità agevolata e costi di vita contenuti. Entrambe le mete, pur meno numerose rispetto a Spagna e Portogallo, stanno diventando poli di attrazione sempre più significativi.

Uno scenario destinato a cambiare

Il quadro delineato dall’INPS mostra un fenomeno in continua evoluzione, strettamente legato a fattori fiscali, economici e culturali. L’Italia, tra i Paesi con la popolazione più longeva, vede una quota crescente dei propri pensionati spostarsi verso località percepite come più vantaggiose. Le scelte future dipenderanno non solo dalle condizioni economiche globali, ma anche dalle politiche dei Paesi di destinazione, che negli ultimi anni hanno dimostrato di saper orientare con forza i flussi migratori della terza età.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Agosto 2025
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