Il nuovo governo ferma la terza pista di Heathrow

Stop all'espansione dell'aeroporto e anche all'allargamento di Stansted e Gatwick: il nuovo governo conservatori-liberaldemocratici punta sulla ferrovia ad alta velocità

Niente terza pista a Heathrow: il nuovo governo inglese Cameron-Clegg annuncia un cambio di rotta sulle politiche di sviluppo degli aeroporti londinesi, con la rinuncia alle espansioni non solo del principale scalo, ma anche di Gatwick e Stansted. La decisione del governo di coalizione è in realtà in piena sintonia con le posizioni politiche espresse dai conservatori, che negli ultimi anni hanno sempre espresso contrarietà al progetto di ampliamento delle strutture aeroportuali sostenuto con forza da Gordon Brown e dai laburisti: ora la posizione è stata fatta propria dall’accordo di coalizione che ha messo nero su bianco gli impegni del nuovo esecutivo.

A Sipson tirano (per ora) uno sospiro di sollievo: il villaggio (nella foto BBC) subito a nord dell’aeroporto – settecento case e milleseicento persone – era destinato a scomparire per lasciare spazio alla terza pista. I residenti sono stati i primi promotori dei comitati contro l’ampliamento di Heathrow, prima attraverso il “Gruppo d’azione contro la terza pista” e poi con il più ampio gruppo “Hacan ClearSkies”, che lotta anche per l’abolizione dei voli notturni e regole più stringenti sul traffico aereo: complessivamente la mobilitazione ha raccolto 90mila adesioni. I promotori si dicono «entusiasti» della rinuncia alla terza pista e per gli effetti positivi che avrà sull’ambiente e sulla qualità di vita. E la rinuncia alla terza pista è stata subito rilanciata anche da chi si batte contro l’ampiamento di Malpensa. Di parere opposto la British Airways e la Camera di Commercio Inglese, che temono che la rinuncia all’espansione (che riguarda anche gli altri due scali londinesi) abbia un effetto negativo sulla competitività del sistema economico inglese.

 

La soluzione allo sviluppo dei collegamenti? In passato i Tories avevano sostenuto con forza il rilancio del sistema ferroviario, che negli ultimi vent’anni non ha brillato per efficienza, né per velocità commerciali. Secondo i conservatori servirebbero più collegamenti a lunga percorrenza da e per l’aeroporto, per ridurre il traffico aereo interno. Ancor oggi i treni a lungo raggio latitano (un po’ come a Malpensa, in attesa del Frecciarossa): i conservatori proponevano anche una stazione connessa ad una nuova linea ad alta velocità diretta in Scozia. Lo sviluppo della rete ferroviaria ad alta velocità è stato confermato nell’accordo per il nuovo governo, a differenza della terza pista.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Maggio 2010
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