Finley: «La nostra avventura: dai pub di Legnano a Mtv»
Pedro, cantante del gruppo legnanese, racconta l'esperienza della band. Giovedì 5 novembre i quattro membri verranno premiati tra i cittadini che si sono distinti per meriti particolari
Dal 2003 di strada ne hanno fatta tanta, tantissima. I loro pezzi hanno spopolato tra le giovanissime e in poco meno di quattro anni hanno vinto alcuni tra i più importanti premi della musica. Doppio disco di platino con “Tutto è possibile”, si sono aggiudicati due volte il Best Italian Act agli Mtv Europe e ora si preparano per un nuovo album. I Finley, giovanissimi di Legnano, hanno scavalcato le barriere della provincia con brani come “Ricordi”, “Fumo e cenere”, “Adrenalina” e proprio per questo domani, giovedì 5 novembre, Pedro, Ka, Ste e Dany saranno premiati tra i cittadini che si sono distinti nella città per meriti particolari. «Non ce lo aspettavamo ma ci fa molto piacere – racconta Pedro, cantante del gruppo -. È la testimonianza che abbiamo fatto qualcosa di buono in questi anni. È nato tutto da Legnano, ci siamo conosciuti qui tra i banchi di scuola, al Circolone abbiamo fatto le nostre prime prove ed è stata una cornice decisiva per il nostro gruppo»
Tra poco esce il vostro nuovo lavoro discografico…
«Si, è un EP di sei brani che si intitolerà “Band at Work" e contiene il lavoro di questo ultimo anno. Verrà lanciato da “Gruppo Randa”, il brano che ci rappresenta di più. Avevamo voglia di far sapere alla gente quello che stavamo facendo, di far conoscere il nostro lavoro in continuo movimento. Tra febbraio e marzo invece uscirà il nostro nuovo album che conterrà altri brani e magari anche questi rivisitati».
È previsto anche il tour?
«Non è ancora stato programmato nulla ma il 2010 sarà un anno importante. Abbiamo una voglia pazzesca di suonare».
Come sono nati i brani del futuro disco e di questo Ep?
«Siamo tutti autori dei brani e questo ci permette di avere molti punti di vista. Abbiamo un filo conduttore in comune ma ognuno porta del proprio nelle canzoni. Le tracce sono tutte diverse ma alla fine nascono da un lavoro d’insieme».
Siete giovanissimi e avete già raggiunto il successo a livello internazionale: quale sarà l’impronta futura dei Finley?
«Ci vorrebbe una sfera magica per saperlo. In questi anni le cose sono cambiate, è rimasto l’entusiasmo del primo giorno ma è aumentata la consapevolezza. Quello che prima vivevamo come una passione oggi è anche una professione. C’è un approccio più importante, non si lascia nulla al caso, curiamo i dettagli. Cerchiamo sempre di fare il meglio per la musica e per te».
Ricordi invece il vostro primo grande concerto?
«È difficile stabilire qual è il primo grande concerto di una band. Per noi è stato a Castellanza, in quello che era il Land of Freedom. Dopo mesi di prove e di lavoro abbiamo presentato i nostri pezzi e volevamo sapere cosa pensavano di noi. Lo ricordo come fosse ieri, tanta emozione, ma anche timore».
Oggi invece qual è il vostro rapporto con il palcoscenico e con i fans?
«È diverso, c’è un impatto nuovo e anche con i fans le cose sono cambiate. Siamo cresciuti insieme e questi anni sono serviti per creare un rapporto vivo e saldo. Comunichiamo con loro via internet. Abbiamo avvicinato le distanze ed è molto bello».
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