Verso l’accordo alla Mascioni, si tratta su 54 licenziamenti

Nessun ricorso alla cassa integrazione, “ma l’azienda non esclude qualche ricollocamento”

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L’impianto essenziale dell’accordo sulla mobilità alla Mascioni c’è, ma dovrà essere ratificato da un parere dei dipendenti e da un successivo incontro con la proprietà. Queste le ultime novità sulla vicenda riguardante la crisi dell’azienda tessile che un mese fa aveva comunicato la messa in mobilità di un centinaio di lavoratori. Centouno, in particolare, che con la trattativa tra azienda e sindacati potrebbero diventare 54. Le posizioni lavorative colpite dai tagli erano in un primo momento 62 a tempo indeterminato e 39 a tempo determinato. Ieri, 13 novembre c’è stata una nuova assemblea sindacale e un contatto tra il sindacato e l’azienda per ridefinire i termini della questione dopo contatti tra le organizzazioni che gestiscono la trattativa – Cgil e Cisl – e la Zucchi, proprietaria della maggioranza azionaria dell’azienda. Lo scorso 7 novembre emerse infatti l’impossibilità di arrivare alla definizione di una cassa integrazione straordinaria, chiesta nei primi incontri fra azienda e sindacato. «In merito a questa scelta siamo molto critici – spiega Doriano Battistin, della Filtea Cgil – in quanto dopo la chiusura dello stabilimento di Casorezzo, Zucchi aveva affermato di volersi concentrare sul gioiello di famiglia, costituito proprio dallo stabilimento di Cuvio».
Il prossimo 24 novembre scadono i termini di legge per le trattative: se le parti non avranno firmato un accordo si andrà avanti secondo quanto previsto dall’azienda. Per questo motivo sarà decisivo il prossimo incotnro, fissato il 19 novembre. In questa data i lavoratori dovranno esprimersi su una bozza di proposta che, oltre a riguardare il numero delle mobilità (54) si propone di puntare sulla possibilità di ricollocare parte dei lavoratori internamente all’azienda, modificando la mansione. Sempre della partita potrebbe essere anche l’applicazione di criteri di “volontarietà e pensionabilità”, da parte dell’azienda, per gestire le uscite dei lavoratori.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Novembre 2008
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