È ora di serrare le fila
Il nuovo polo fieristico lascia a bocca aperta. Se Milano voleva dare un’immagine di forza c’è certamente riuscita.
Gli slogan che accompagnano questa nuova opera non sempre sono accattivanti o rispondono al vero, ma sono chiari. Non è per niente chiaro invece che cosa sarà della Lombardia e con questa del Varesotto. Una fiera non è “il motore nuovo dell’economia”. La produzione e l’innovazione lo sono, ma certo quello che è stato realizzato a Rho Pero cambierà tante cose.
La struttura è lì da vedere. Magnifica, grandissima, funzionale, ma a questa Milano ha voluto affiancare ancora circa 120mila metri quadrati di spazio al Portello. Dalle frasi pronunciate da uno dei massimi vertici milanesi emerge la volontà di rastrellare tutto sul mercato. Non una parola si è spesa sui possibili rapporti con le realtà periferiche. E allora sorge immediata una domanda. Se Rho, come ci si augura non sarà un dinosauro, grande creatura, ma senza tanta capacità di adattarsi, si correrà il rischio che questa avrà voglia di fagocitare quanto gli arriverà a tiro.
La paura, ma anche le opportunità ieri hanno subito sollecitato i vertici della Camera di commercio. Si vorrebbe avere uno spazio, un informa point a Rho per promuovere il nostro territorio.
Idea interessante, ma che deve esser pensata con attenzione perché presenta da subito diversi interrogativi. Sempre nella giornata di ieri molti criticavano la presenza di uno spazio a Malpensa. E come dargli torto? Nel grande hub quella presenza è quasi insignificante. Se occorreva aprire uno spazio per distribuire volantini e guide non serviva certo tanto spazio e due persone dedicate a questo scopo. Sono tante le questioni aperte che fanno fatica a trovare il giusto spazio nel dibattito economico e sociale. Si pensi alle ultime polemiche sul turismo, al centro congressi che avanza ma senza capire davvero quali sviluppi ci saranno, alle sorti di MalpensaFiere. Questi sono alcuni punti aperti, ma non sono nemmeno i più rilevanti. Provincia e Camera di commercio si stanno muovendo bene, coordinati, ma tempi e coinvolgimento dei privati non sempre sono all’altezze delle esigenze che i cambiamenti imporrebbero. Per questo forse, ancor prima di allargare orizzonti servirebbe fare un vero punto della situazione richiamando tutti i soggetti a fare la propria parte e a chiarire quali propositi hanno. A partire dalla città capoluogo della provincia che ieri ancora una volta era la grande assente.
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