Esplosione di Borsano, slitta al 15 luglio la sentenza

Si allungano di un mese i tempi per la chiusura del processo ai due tecnici Agesp, al dirigente responsabile e all'idraulico che certificò l'impianto dell'appartamento esploso la mattina del 3 dicembre 2009. Due furono le vittime

Slitta al 15 luglio la sentenza per il processo sull’esplosione di Borsano, avvenuta il 3 dicembre del 2009 e per la quale sono a giudizio 4 persone, i tecnici Agesp che intervennero la sera prima, l’idraulico che realizzò l’impianto di erogazione nell’appartamento di una delle due vittime e il dirigente di Agesp responsabile. Secondo l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Maria Cristina Ria, è a loro che va imputata la responsabilità del disastro che causò la morte di Andrea Rosignoli e Stefania Zhu in seguito allo scoppio e al crollo della palazzina di via San Pietro. 
      LE ALTRE PUNTATE DEL PROCESSO

Ieri, oltre alla riformulazione del calendario che ha spostato la sentenza al 15 luglio, sono stati ascoltati 2 degli imputati: l’idraulico Italo Scazzosi, difeso da Dario Celiento, ha spiegato che lui certificò l’impianto nel 2001 su richiesta del nuovo proprietario dell’immobile dopo che nel ’94 aveva eseguito il lavoro all’impianto di erogazione del gas dell’appartamento di Andrea Rosignoli ma ha anche precisato che – dopo di lui – molti altri tecnici avrebbero potuto metterci mano. Il tecnico di Agesp Alessandro Virzi, invece, intervenne la sera prima dello scoppio in via San Pietro perchè alcuni residenti sentivano folate di odore di gas. Virzi ha raccontato l’intervento scrupoloso con i cosiddetti "nasi", apparecchiature elettroniche che rivelano la fuga di gas, e poi chiamando i Vigili del Fuoco per effettuare un accesso all’interno del cortile della casa esplosa per verificare i contatori del gas che – ha detto – non presentavano anomalie. 

Era pieno inverno, temperature sotto lo zero, e Virzi non se la sentì di staccare il gas all’intero stabile per tutta la notte. Proprio lui che ha raccontato di essere noto nel suo ambiente di lavoro per la pignoleria, lui che fece staccare il gas al carcere di Busto Arsizio generando le ire del direttore del penitenziario, quella sera non se la sentì – racconta al giudice Maria Greca Zoncu – perchè ad un certo punto l’odore di gas svanì. Nella prossima udienza del 19 maggio verranno presentate le diverse perizie eseguite dalle parti.

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Pubblicato il 11 Aprile 2014
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