“Il maestro mi menava”. Querelato il poeta web
E' arte o diffamazione,l'opera poetica di un artista lucano che racconta degli abusi subiti a scuola, in una raccolta chiamata "Latrati"? Un caso simile a quello di Bossi jr.
Tutti hanno una poesia nel cassetto. C’è chi verseggia parlando della donna amata, chi ricorda la guerra, chi parla delle stagioni e chi invece ha deciso di dedicare delle poesie al suo ex maestro di scuola che (forse) lo picchiava. Non si tratta dunque di sonetti con lode, anzi. Un poeta di Banzi, un paese della Basilicata, è finito oggi davanti al giudice dell’udienza preliminare perché ha pubblicato su internet una raccolta di poesie intitolata “Latrati”, in cui si cita l’esperienza scolastica. Invenzione e arte, si dirà, ma bisogna anche vedere dove sta il confine tra la creazione artistica e la verità storica del fatto. La causa in sé non era così banale, ma il giudice non è neanche entrato nel merito perché il reato di diffamazione via web è stato giudicato prescritto. Resta quindi solo la curiosità per la vicenda. I versi, che pare abbiano avuto una discreta accoglienza di critica, sono stati ritenuti diffamatori dall’insegnante, nel frattempo mancato, e dai suoi familiari. Ma cosa aveva scritto il poeta? In un passo si legge questa frase: «Giacché di quelle quattro ore, che con lui la classe trascorreva, le sue botte ciascun temeva e viveva sempre nel terrore, più che mai quando veniva arrabbiato, perché un maschio ancora non gli era nato». L’autore spiega anche di aver ricevuto dei colpi: «Un giorno anche il mio turno arrivò: il maestro in geografia m’interrogò, ma est con ovest malauguratamente io scambiai, e per la prima volta addosso mi pisciai: su di me improvviso s’avventò e due ceffoni, pesanti mi suonò con tutti e due i suoi manoni». E ancora: «A darti dell’idiota non lesinava, se al volo la lezione uno non imparava». Il procedimento era a Varese perché il querelante si era trasferito in questa zona. Non è la prima volta che poesie e versi via web finiscono davanti al giudice a Varese. Nel 20112 un blogger francese è stato condannato per una serie di poemetti satirici redatti su internet contro Renzo Bossi jr.
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