Minacce a coetanei, nei guai due ragazzini
Hanno vessato per alcuni giorni e sui social le loro vittime: alla fine si son trovati davanti gli agenti della Squadra Mobile
La Polizia di Stato ha individuato e accompagnato in Questura cinque minorenni tra i 13 ed i 15 anni, due dei quali alla fine degli accertamenti sono stati denunciati per minacce aggravate ai danni di due coetanei.
Gli agenti della Squadra Mobile si sono attivati a seguito della segnalazione di una mamma, preoccupata per due dei suoi figli, oggetto da diversi giorni di reiterate minacce da parte di loro coetanei.
La donna ha deciso di recarsi in cerca di aiuto in Questura quando il figlio maggiore, dopo minacce proseguite per mesi, aveva notato sullo stato di uno dei suoi persecutori una fotografia: un ragazzo indossava la maschera della corrente hacker “Anonimous”, l’altro esibiva un coltello. La fotografia era accompagnata dalla scritta “ti veniamo a prendere”, corredata da emoji a forma di bombe e coltelli, dai quali è parsa subito chiara l’intenzione di effettuare una spedizione punitiva all’uscita da scuola.
Gli agenti Mobile, insieme a quelli dell’Anticrimine (interessato nella fase iniziale della vicenda per un’eventuale “ammonimento” amministrativo a carico dei responsabili) si è recata all’appuntamento al posto delle vittime, riuscendo ad individuare un gruppetto di ragazzini col chiaro atteggiamento di chi sta aspettando qualcuno.
Gli agenti, che non hanno fatto neanche molta strada in quanto la vittima frequenta una delle scuole vicine alla Questura, hanno avuto conferma di averli individuati quando si sono resi conto che tra loro erano presenti i due autori della fotografia, che si erano fatti accompagnare da tre amici.
I responsabili della fotografia minatoria sono perquisiti, è stata perquisita la casa, è stato trovato il coltellino utilizzato nella fotografia. I due, per il momento, sono stati denunciati solo per il reato di minacce aggravate, in attesa di verificare la loro condotta nell’ultimo periodo. D’accordo con l’autorità giudiziaria minorile di turno, Sabrina Ditaranto, sono stati riaffidati ai genitori anche i due indagati.
Anche la posizione degli altri tre ragazzini presenti al momento dell’intervento della polizia è al vaglio degli inquirenti: sono stati convocati i genitori in Questura ai quali, dopo essere stato spiegato l’accaduto, sono stati subito riaffidati i figli.
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Solo riempirli di sberloni e costringerli a chiedere ripetutamente scusa, questi maledetti bulli!
Essere vittima di queste angherie e minacce soprattutto in quell’età può lasciare traumi profondi nell’individuo: un profondo senso di insicurezza, un volontà di isolarsi e di vedere l’ambiente scolastico come una minaccia ed una conseguente difficoltà nel relazionarsi. Fidatevi, provato sulla mia pelle.
Questi non sono bulli sono delinquenti e come tali vanno trattati. Questi idioti hanno di fatto segnato con la loro violenza un periodo che per un ragazzo di quella età dovrebbe essere di scoperta e di fiducia anche nel prossimo. Ed i loro genitori rappresentano il fallimento educativo per eccellenza: non aver insegnato ai propri figli il rispetto della persona. Qualsiasi essa sia.