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Di transessualità si può parlare?

peter pan guarda sotto le gonne
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22 Febbraio 2017

Egregio Direttore,
si può parlare di transessualità? Non intendo sul suo giornale o su un altro specifico, dico in generale: è consentito, in Italia, parlare di transessualità?

La domanda mi è sorta in questi giorni e, lo dico con franchezza, non per caso: con alcune associazioni con cui collaboro stiamo promuovendo la messa in scena al Cinema Teatro Nuovo di Varese di uno spettacolo sulla transessualità “Peter Pan guarda sotto le gonne”. Un atto unico molto ben scritto e interpretato (personalmente l’ho visto al Circolo Gagarin di Busto Arsizio ma ha esordito mesi fa all’Elfo di Milano), che racconta attraverso una rivisitazione della favola di Peter Pan il percorso di un’adolescente che si scopre transessuale.

Lo spettacolo non ha nulla di scabroso, è adatto a tutti ma pensato prevalentemente per gli adulti, ha avuto il patrocinio dell’ordine regionale degli psicologi e, soprattutto, racconta una storia normale e naturale: una ragazzina entrando nella pubertà scopre di sentirsi maschio.

Vicenda naturale e normale, come ripeto, non maggioritaria certo, nemmeno comune ma normale. Proprio come le persone che nascono coi capelli rossi sono normalissime, pur essendo una piccola minoranza nella popolazione generale.

Ora cosa c’è di strano? Eppure ecco una breve sintesi delle risposte, commenti e polemiche che mi sono arrivate via email, social network o anche a voce: “non profanate le favole”, “lasciate in pace i bambini”, “se volete andare a trans fate come vi pare ma non parlatene” (quest’ultima è una parafrasi, i termini originali erano un po’ più forti), “a Varese no”

Ecco quindi che mi domando: si può parlare di transessualità? Lo si può fare serenamente, mostrando rispetto per le persone transessuali e senza che questo in alcun modo danneggi chi transessuale non è? Qual è il tabù che si viola, provando a descrivere, seppure nelle forme del teatro, la situazione molto reale di un’adolescente che scopre di avere un’identità sessuale diversa da quella che ci si sarebbe attesi?

Non è casuale che si parli di adolescenti, perché è frequente che proprio in questa età ogni individuo cominci a riflettere su questi aspetti della vita, una domanda che tutti ci dovremmo porre, e che si pongono gli autori dello spettacolo, è proprio questa: “come si affronta questa situazione nella vita reale?” perché è chiaro che, in una società che reagisce con le risposte che ho riportato sopra, un adolescente rischia di sentirsi rifiutato, accusato o deriso.

Ancora un aspetto che non mi attendevo, ma che si evince dallo spirito con cui molti polemizzano: è possibile che non si riesca a distinguere l’identità sessuale dall’attività sessuale? Molti paiono credere che i transessuali siano persone che esistono solo nel “fare sesso”, addirittura c’è qualcuno che sembra convito che la parola transessuale sia una sorta di variante per alludere alla prostituzione, c’è anche chi dice che non si dovrebbe “parlare di sesso” con riferimento a persone così giovani. Tuttavia ci si dimentica che l’identità sessuale, nella nostra società, è qualcosa di cui si parla solitamente ben prima: appena nasciamo, spesso prima di ricevere un nome, riceviamo un’identità sessuale maschile o femminile. E questo, a dispetto delle tante leggende sul “gender”, non lo contesta nessuno. Ci sono però persone che a un certo punto della vita scoprono di non avere un’identità così definita, altri che scoprono di averne una che non corrisponde a quella che era parsa ovvia all’inizio, altri ancora scoprono di avere un orientamento sessuale diverso da quello che ci sia aspetterebbe dalla propria identià.

Tutte queste situazioni sono normali, sono sane, e soprattutto non arrecano alcun pregiudizio a chi non abbia mai sentito il bisogno di ridiscutere il tema per se stesso o per le persone vicine.

E ciononostante, il tema rimane difficile, il preigudizio diffuso: transessuale vuol dire omosessuale, per i più, e omosessuale per molti vuol dire anche “pervertito”, anche se probabilmente ormai solo in Italia e in pochi altri paesi vittime di culture arretrate.

Ecco allora che “Le Iene” possono lanciare la bufala sulla “prostituzione gay pagata dai cointribuenti” e che molti allocchi possono crederci; dimenticando, tra l’altro, che anche omosessuali, transessuali e persone caste sono comunque contribuenti.

Ecco che ci si sente in dovere di andare a dire “non farlo” a un gruppo di associazioni che si sta sforzando di promuovere uno spettacolo teatrale..

Bene, so di cadere nella pubblicità, ma non ci guadagno nulla e puntiamo solo a recuperare le spese, per cui vorrei concludere la mia lettera segnalando che fino al 26 febbraio di potrà sostenere lo spettacolo “Peter Pan guarda sotto le gonne” attraverso il sito di Banca Etica www.produzionidalbasso.it e che chi contribuirà avrà il biglietto a condizioni vantaggiose. Dopo di allora si potrà ancora acquistare il biglietto nei canali che attiveremo. Solo pagandolo un po’ di più.
Finora hanno aderito quasi 100 persone, non è poco, spero però che il teatro si riempia e che questo potrà essere considerato una risposta.

Voglio cogliere l’occasione per ringraziare il Comitato Varese c’è, l’UAAR di Varese e Possibile Varese per la collaborazione all’evento.

Cordiali saluti
Mauro Sabbadini,
Arci Varese

Commenti

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  1. Gianfredo Ruggiero
    Scritto da Gianfredo Ruggiero

    Solo il titolo è sufficiente a squalificarvi. In una sola frase siete riusciti a condensare il peggio delle perversioni nascoste dei pervertiti: sesso (guardare sotto la gonna) e favole per bambini. E poi vi meravigliate delle reazioni…
    Gianfredo Ruggiero, circolo Excalibur

    1. mauro_sabbadini
      Scritto da mauro_sabbadini

      Signor Gianfredo, perché non prova a rispondere alla domanda: cosa farebbe lei con un adolescente che si sente di sesso diverso rispetto a quello della nascita? vorrebbe spingerlo al suicidio, oppure a una di quelle “cure riparative” che sono illegali in quanto pericolose e non fondate? Giorni fa si discuteva su come definire un fascista e sul perché tale “opinione” politica non fosse accetabile. Grazie per aver risposto a entrambe le domande

      1. Gianfredo Ruggiero
        Scritto da Gianfredo Ruggiero

        La ”diversa” sessualità è una questione intima e personale e, in quanto tale, va rispettata. Ma non imposta come stile di vita, oltre tutto con sfumature ben si prestano ad essere utilizzate come paravento dai pedofili di ogni risma.

  2. Avatar
    Scritto da gaia_campiotti

    Ricordando al Sig.Mauro la definizione del Treccani dell’aggettivo normale: “Che segue la norma, conforme alla norma, quindi consueto, ordinario, regolare, e sim.”, la vicenda del servizio delle Iene definita “bufala per allocchi” (che ha portato le dimissioni del presidente, al blocco del bandod qualche interrogazione parlamentare) non fa altro che dimostrare quanto questa lobby voglia essere intoccabile. Un saluto

    1. mauro_sabbadini
      Scritto da mauro_sabbadini

      Di conseguenza, Gaia, lei ritiene che le persone con i capelli rossi siano anormali? suppongo anche gli albini, quelli che parlano un dialetto raro e i disabili? e, se proprio lo fossero, cosa vorrebbe fargli? Per il “caso Iene”, non si preoccupi, a tutti capita prima o poi di cascare in una bufala. Però mi spieghi: la “lobby” è così potente che il suo capo viene licenziato dalla sera alla mattina per un servizio di un cabarettista? per 55.000 euro non ancora erogati? tra l’altro, lo sa cos’è un bando?

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