G5: «Dal 2006 impronte digitali nei passaporti europei»
I ministri degli Interni dei cinque maggiori Paesi dell’Unione puntano anche sul rafforzamento dell’Europol. Nessun accordo sui centri di accoglienza in Nord Africa
I ministri degli Interni di Italia, Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna, riuniti a Firenze in un vertice su terrorismo e immigrazione, auspicano che dal 2006 sia resa obbligatoria l’introduzione dei dati biometrici nei passaporti europei e che venga aumentato il controllo sui documenti di viaggio e sui passeggeri che arrivano nell’Unione. «Siamo d’accordo per rendere obbligatorie dal 2006 le impronte digitali nel passaporto, perché hanno maggiore affidabilità, e la registrazione permette una migliore ricerca a livello criminale», ha detto il ministro spagnolo dell’Interno José Antonio Alonso in una conferenza stampa al termine del vertice.
Sullo sfondo del vertice la minaccia globale del terrorismo islamico, la quale ha spinto i responsabili europei alla sicurezza ad accordarsi sullo scambio sistematico delle liste di estremisti che hanno frequentato campi paramilitari.
Il ministro Giuseppe Pisanu, che ha fatto gli onori di casa, ha spiegato che l’obiettivo comune è quello di «trovare un criterio indiscusso» per espellere i sospetti di terrorismo. «Fra non molto sarà possibile avere una direttiva europea unitaria su questo argomento», ha precisato il ministro italiano. Intanto, per rendere più efficace la lotta al terrorismo, i rappresentanti del G5 pensano di rafforzare l’Europol, la polizia europea, verso la quale saranno fatte convergere tutte le informazioni operative raccolte dalle polizie nazionali. Un tentativo di dare più poteri all’Europol per contrastare la criminalità organizzata e le organizzazioni terroristiche era già fallito la scorsa estate, quando il Consiglio europeo non aveva accettato di ampliare il mandato dell’agenzia di polizia europea, a cui ora il G5 vorrebbe affidare anche compiti di vigilanza sulle falsificazioni degli euro.
Rimane ancora aperta, invece, la questione dei centri di accoglienza per immigrati irregolari da costruirsi nei Paesi del Nord Africa. Le posizioni dei ministri sono differenziate e la discussione è rimandata al prossimo vertice, previsto per il mese di marzo in Spagna.
Italia e Germania sono favorevoli al progetto e disponibili a contribuirvi, purché si evidenzi un interesse da parte dei Paesi africani alle gestione dei centri e vengano rispettati pienamente i diritti umani. Di diverso avviso Francia e Spagna, che preferiscono un intervento autonomo di questi stessi Paesi, in collaborazione con l’Alto commissariato Onu per i diritti umani.
I Cinque sono invece d’ accordo sulle altre strategie di contrasto all’immigrazione clandestina: sostenere lo sviluppo dei Paesi d’origine, aiutare i Paesi di transito a controllare le proprie frontiere, incoraggiare accordi bilaterali e multilaterali, combattere le organizzazioni criminali che traggono enormi profitti dal traffico di esseri umani. L’ attuazione di questa strategia, hanno sottolineato i ministri, «richiede lo stanziamento di adeguate risorse comunitarie».
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