Anche a Losanna arriva il “salotto per tossici”

Ne esistono otto, il primo è nato a Berna nel 1986: è il fixerstübli un locale dove i tossicodipendenti possono drogarsi in tranquillità e sicurezza

Ti porti la droga da casa, entri in sala e strappi un numerino. Quando è il tuo turno consegni il breve questionario che hai compilato durante l’attesa, e l’infermiere ti fa accomodare su una sedia. Sul bancone che hai davanti trovi proprio tutto quello che ti serve: cucchiai e cucchiaini, tamponi, acqua sterile, acido ascorbico, una siringa monouso, una scatola per buttarla e carta assorbente. Prendi il tuo tempo, e ti fai l’iniezione, mentre l’infermiere ti volta le spalle. Se vuoi puoi mangiare un sandwich o farti una doccia, e torni a casa.

 

Non è fantasia, non è un capitolo di un romanzo di fantascienza noir. Questa, in Svizzera, è una realtà. Li chiamano comunemente Fixerstübli, “salottini dei drogati”. Ne esistono otto, il primo è nato a Berna nel 1986, senza troppe polemiche per la verità. In questi giorni il parlamento comunale di Losanna ha disposto, con 30 voti contrari e 49 favorevoli, la creazione di uno di questi centri anche lì. Finora, quindi, gli unici due cantoni ad adottare questa soluzione sono quello tedesco e quello francese.

 

Forse è una soluzione lontana anni luce dall’approccio italiano, connotata da un’innegabile pragmatismo. Secondo Diane Galliard, esponente del Partito popolare che ha fortemente appoggiato la creazione del centro di Losanna, bisognerebbe capire che se il tossicomane decide di assumere droghe, la mancanza di un luogo in cui usarle non è certo un buon deterrente. Anzi, può trasformarsi in un pericolo insidioso per la sua salute, specialmente se vengono usate siringhe non sterilizzate. Così si può evitare che qualcuno si droghi nei bagni di qualche stazione, o magari in un parco, dove getterà la siringa in mezzo al prato.

 

Sul fronte opposto, invece, Nicole Grin dei liberali, che indica una preoccupazione non indifferente: forse i salottini della droga rischiano di far considerare lo stesso atto di drogarsi come qualcosa di comune, non grave e socialmente riconosciuto. Un’abitudine, proprio come quella di prenotare un esame del sangue o andare dall’estetista: basta prendere il numerino.

 

Il fatto che il progetto di Losanna risulti ad ora il più ostacolato può essere frutto di una differenza culturale tra la visione francese e quella tedesca. O più semplicemente l’allarme AIDS degli ani ’80 fece accettare con maggior filosofia i fixerstübli dei cantoni tedeschi, costituendo la soluzione migliore alle strade tempestate di aghi.  Attualmente la Svizzera è uno dei paesi con l’approccio più liberale nei confronti delle droghe, con un programma statale che si fonda su quattro pilastri: prevenzione, riduzione dei rischi, terapia e repressione. Per questo esiste una suddivisione precisa tra droghe legali ed illegali. L’Onu ha criticato a più riprese questa politica, che comunque viene messa in discussione spesso all’interno del Parlamento, con decine di aggiustamenti negli ultimi anni.

 

Ora il progetto del locale per le iniezioni di Losanna sarà trasmesso all’esecutivo, e potrebbe essere sottoposto anche a referendum. Il costo della struttura è stimato fra 1 e 2 milioni di franchi l’anno.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Febbraio 2006
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