Soldi in cambio di prestazioni sessuali con la figlia minore, due genitori a processo
La vicenda, approdata in aula martedì, ha avuto inizio nel 2007 quando la vittima aveva 14 anni. L'uomo con il quale ha avuto rapporti sessuali per 4 anni si è suicidato nel 2010
Avrebbero fatto prostituire la figlia di soli 14 anni con un uomo di circa 50, in cambio di soldi e regalie. E’ finita davanti ai giudici del Tribunale di Busto Arsizio l’ennesima brutta storia di violenza in famiglia che vede la madre e il padre accusati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione nei confronti della figlia. La storia di Anna (il nome è di fantasia, ndr) è finita sul tavolo dell’allora dirigente della Squadra Mobile di Varese nel 2010, a seguito del suicidio di un uomo di 51 anni, gettatosi da un ponte. Dietro quel suicidio l’orrore di una relazione di natura sessuale tra Anna, che all’inizio della vicenda aveva solo 14 anni, e un amico della madre.
La ragazza, che oggi ha 22 anni, ha raccontato solo una volta diventata maggiorenne i particolari della relazione iniziata nel 2007. L’uomo si era avvicinato a lei, inizialmente, con carezze e baci: lui la portava fuori casa con la compiacenza della madre ma nel giro di pochi giorni la relazione è diventata di natura sessuale. Il 50enne – sposato e con due figli – frequentava giornalmente la casa di Anna con l’assoluto assenso della madre. Anche il padre, separato dalla donna da diversi anni, era al corrente della relazione e – dopo un’iniziale opposizione – non ha più fatto nulla per fermare quel rapporto. A placare gli animi dei due genitori – secondo quanto ricostruito dagli inquirenti – le somme di danaro elargite dall’uomo per “comprare” il loro silenzio. Al padre sarebbero andati circa 13 mila euro e una cifra simile anche alla madre mentre per Anna era stato creato un conto corrente bancario a suo nome con 10 mila euro.
Ad un certo punto, come in una spirale di follia senza fine, anche la moglie dell’uomo è venuta a conoscenza della relazione con la minore ma – anche lei – invece che denunciare l’accaduto avrebbe addirittura accettato che i due si stabilissero sotto il tetto coniugale. Da quanto emerso dalle indagini anche i servizi sociali – che la madre e Anna frequentavano regolarmente – avevano saputo dei rapporti sessuali tra i due. Nel 2010, infine, il tragico finale a seguito di un litigio con l’uomo che si getta dal ponte sulla ferrovia.
Oggi, martedì, si è svolta la prima udienza del processo nei confronti dei due genitori difesi dagli avvocati Tiberio Massironi (per il padre) e Luca Abbiati (per la madre) ma il collegio giudicante non si è ancora composto in maniera definitiva ed è stato predisposto un rinvio all’11 novembre prossimo.
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