A dicembre cresce l’occupazione. Ancora male gli under 24
Aumentano gli occupati nella fascia tra i 25 e i 34 anni. Rosario Rasizza (ad Openjobmetis): «Testimonia anche una sensibile ripresa del mercato, non più condizionato dagli incentivi del Jobs Act»

Secondo i dati Istat, nel 2016 cresce il numero degli occupati dell’1,1% (242mila in più). La crescita tendenziale è attribuibile ai lavoratori dipendenti (+266 mila, di cui + 111 mila i permanenti, +155 mila quelli a termine) e coinvolge sia le donne sia gli uomini, concentrandosi tra gli ultracinquantenni (+410 mila). Diminuiscono fortemente gli inattivi (478mila in meno) e crescono le persone che cercano attivamente lavoro (144mila in più). Se si contano gli incrementi dei periodi precedenti,a partire dal febbraio del 2014 l’incremento totale è di 602mila occupati in più, di cui 440 mila sono lavoratori stabili.
Sempre secondo l’istituto di statistica, nel solo mese di dicembre aumentano gli occupati nella fascia tra i 25 e i 34 anni, mentre calano gli over 35. A crescere, in questo mese è l’occupazione dipendente a termine, mentre calano gli indipendenti. Il tasso di occupazione è stabile al 57,3%. Il tasso di disoccupazione a dicembre è rimasto stabile in Italia attestandosi al 12 per cento.
Il commento di Rosario Rasizza, amministratore delegato di Openjobmetis (prima e unica agenzia per il Lavoro quotata oggi in Borsa Italiana) e presidente di Assosomm (Associazione Italiana delle Agenzie per il Lavoro): «La crescita dell’occupazione nel mese di dicembre nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni è un dato positivo non solo in termini assoluti (parliamo di 46mila occupati in più rispetto a novembre), ma testimonia anche una sensibile ripresa del mercato, più vicina al quadro attuale non più condizionato dagli incentivi del Jobs Act che hanno un po’drogato il mercato. I numeri che ci lasciano però ancora perplessi sono quelli legati ai più giovani. Il tasso di disoccupazione che riguarda gli under 24 anni a dicembre è infatti risalito al 40%, in crescita rispetto al mese di novembre. Questo dato è per noi un monito e una sfida: occorre sostenere l’ingresso delle fasce più giovani della popolazione nel mondo del lavoro valorizzando strumenti come, tra gli altri, Garanzia Giovani, con l’obiettivo di contrastare questa tendenza e, nel lungo periodo, tornare a vedere risultati positivi».
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