è davvero un peccato che un luogo come l’attuale ospedale, costruito con la beneficenza e che ha sempre avuto vocazione al benessere collettivo, sanitario e sociale subisca un tale destino. Soprattutto se vi sono già idee innovative che ne riprendano lo spirito originario, dei Carmelitani, della Croce Rossa e della stessa amministrazione sanitaria. Ci vorrebbe un nuovo Enrico Mattei che disobbediente a un decreto di liquidazione costrui il pilastro energetico dell’Italia dopoguerra.
ho un ricordo nitido di questo sacerdote, non solo perchè celebro’ il mio matrimonio ma soprattutto per la forza e dignità del suo apostolato. L’aneddoto che mi commuove è la sua “Messa portatile” quando la domenica pomeriggio celebrava in reparto, circondato da uno sparuto gruppo di malati, personale e parenti tra sedie a rotelle e bombole di ossigeno, odore di Natale e di brodo di verdure; una Messa di tutto punto con la sua “pochette” assortita di calice, tovaglietta, stola, Ostie, acqua, vino, mini Messale e “dulcis in fundo” un antico mangianastri per l’accompagnamento canoro. Senza clamore traspariva tutta la dedizione per rendere il momento solenne, sebbene improvvisato in quel luogo di fragilità, pure sua, data l’età avanzata e gli acciacchi. — il suo giro quotidiano, uno per uno tra i malati, e quella religiosità riservata e sobria che me lo ha sempre fatto ammirare con tenerezza e rispetto. Caro don Giancarlo mi sa che San Pietro ti ha aperto senza neanche bussare.Fabio Tortosa
Cuasso perviene al SSN (gratis) per effetto di legge nel 1971 scorporato dalla Croce Rossa. Diventa un polo pubblico di riabilitazione con ambulatori rinomato a livello Nazionale. Il suo rilancio potrebbe passare dal mantenere la propria vocazione riabilitativa pubblica insieme ad altre attivitä sanitarie/sociali/ambientali, centrando in pieno la riforma. Un buon progetto (magari dell’universitä), messo sul tavolo dei fondi UE, delle grandi fondazioni, in collaborazione con il terzo settore. Un progetto che abbracci un ampio ventaglio di sofferenze e vulnerabilitä che li troverebbero conforto e guarigione è cosi visionario ?
è davvero un peccato che un luogo come l’attuale ospedale, costruito con la beneficenza e che ha sempre avuto vocazione al benessere collettivo, sanitario e sociale subisca un tale destino. Soprattutto se vi sono già idee innovative che ne riprendano lo spirito originario, dei Carmelitani, della Croce Rossa e della stessa amministrazione sanitaria. Ci vorrebbe un nuovo Enrico Mattei che disobbediente a un decreto di liquidazione costrui il pilastro energetico dell’Italia dopoguerra.
in “Pochi soldi e tante cose da fare, ci riusciremo insieme”
ho un ricordo nitido di questo sacerdote, non solo perchè celebro’ il mio matrimonio ma soprattutto per la forza e dignità del suo apostolato. L’aneddoto che mi commuove è la sua “Messa portatile” quando la domenica pomeriggio celebrava in reparto, circondato da uno sparuto gruppo di malati, personale e parenti tra sedie a rotelle e bombole di ossigeno, odore di Natale e di brodo di verdure; una Messa di tutto punto con la sua “pochette” assortita di calice, tovaglietta, stola, Ostie, acqua, vino, mini Messale e “dulcis in fundo” un antico mangianastri per l’accompagnamento canoro. Senza clamore traspariva tutta la dedizione per rendere il momento solenne, sebbene improvvisato in quel luogo di fragilità, pure sua, data l’età avanzata e gli acciacchi. — il suo giro quotidiano, uno per uno tra i malati, e quella religiosità riservata e sobria che me lo ha sempre fatto ammirare con tenerezza e rispetto. Caro don Giancarlo mi sa che San Pietro ti ha aperto senza neanche bussare.Fabio Tortosa
in Addio a don Giancarlo, storico cappellano dell’Ospedale di Cuasso
Cuasso perviene al SSN (gratis) per effetto di legge nel 1971 scorporato dalla Croce Rossa. Diventa un polo pubblico di riabilitazione con ambulatori rinomato a livello Nazionale. Il suo rilancio potrebbe passare dal mantenere la propria vocazione riabilitativa pubblica insieme ad altre attivitä sanitarie/sociali/ambientali, centrando in pieno la riforma. Un buon progetto (magari dell’universitä), messo sul tavolo dei fondi UE, delle grandi fondazioni, in collaborazione con il terzo settore. Un progetto che abbracci un ampio ventaglio di sofferenze e vulnerabilitä che li troverebbero conforto e guarigione è cosi visionario ?
in La politica della Regione ha demolito l’ospedale di Circolo