La Ilma Plastica di Gavirate è fallita: 140 dipendenti “sospesi” dal lavoro
L'ordinanza del tribunale di Varese ha detto stop alla produzione e al magazzino. Nessuno può entrare in azienda. La stamperia ha ancora ordini per 4 anni e 10 milioni di euro

L’ordinanza del fallimento del tribunale di Varese è arrivata alle 16 di giovedì 19 settembre con l’ordine di spegnere gli impianti e chiudere tutto entro le 22 dello stesso giorno. Finisce in questo modo inglorioso la storia della Ilma Plastica spa di Gavirate, un’azienda che per 87 anni ha contribuito a rendere grande il sistema manifatturiero della provincia di Varese.
Per i 140 dipendenti (inizialmente erano duecento), tra cui anche coppie di marito e moglie, rimasti a lavorare nello stabilimento di Oltrona, non ci sarà la cassa integrazione e nessun altro paracadute. Un colpo terribile, soprattutto per chi deve pagare il mutuo e il percorso di studi dei figli. «Non potevamo chiedere la cassa integrazione straordinaria – commenta un ormai ex dirigente dell’azienda – perché il Tribunale ci aveva vietato di fare operazioni straordinarie».
La Ilma Plastica aveva due rami di azienda: una meccanica che fabbricava stampi di grandi dimensioni e una stamperia. Se per il primo ramo d’azienda, l’amministratore unico non aveva preso più ordini per non avere ulteriori esposizioni in quanto i pagamenti erano a un anno, per il secondo, ovvero la stamperia, c’erano ancora ordini per diversi anni. E non si sta parlando di piccoli contratti.
Tra i suoi clienti, l’azienda della famiglia Caraffini annovera anche il Gruppo Stellantis che aveva fatto un ordine di circa dieci milioni di euro spalmato nell’arco di quattro anni. Se mercoledì prossimo l’azienda di Gavirate non riuscirà a consegnare i materiali che deve, la produzione di uno stabilimento Stellantis verrà bloccata.
llma Plastica aveva liquidità sui propri conti – anche perché non aveva pagato gli arretrati – e materiali in magazzino per un milione e mezzo di euro.
Al momento il tribunale ha bloccato produzione e magazzini. Nessuno può entrare nell’azienda, nemmeno i proprietari.
Secondo alcune testimonianze, nella mattinata di venerdì 20 settembre, c’erano dieci Tir che si erano presentati puntuali ai cancelli senza poter caricare gli ordini già evasi dall’azienda.
Se fino a ieri c’era tra le parti sociali la fondata speranza di evitare il fallimento, nonostante fosse da tempo depositata l’istanza da parte di un grosso fornitore, oggi quella speranza è svanita. Ai due curatori non rimarrà altro che trovare un acquirente pronto a rilevare la Ilma Plastica, mossa che sicuramente avranno tentato in questo ultimo anno senza esito anche i proprietari della azienda.
Lunedì è prevista un’assemblea dei lavoratori nel parcheggio fuori dall’azienda.
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