La fatica di essere regolari scende in piazza

In un centinaio, quasi tutti senegalesi, hanno manifestato oggi per le strade nel centro cittadino, per chiedere case dignitose e lavori regolari

Non è stata una manifestazione per gli immigrati. E’ stata la manifestazione degli immigrati. Il piccolo corteo che si è snodato per le strade del centro di Sesto Calende oggi pomeriggio è stato un successo. E non perché in piazza ci fossero le masse. Erano infatti circa un centinaio i manifestanti che hanno aderito all’appello lanciato da Rifonfdazione comunista e dai Giovani comunisti. Ma perché c’erano i migranti. Tutta la comunità senegalese, una settantina di persone, che vive da anni nella cittadina sestese e alcuni rappresentanti della comunità marocchina di Somma Lombardo sono scesi sulle strade per chiedere diritti.

 

Quali? Erano scritti a chiare lettere negli striscioni cha hanno portato in corteo. Che hanno gridato al megafono per tutto il tempo in cui è durato il corteo. Che hanno comunicato ai cittadini sestesi con un’energia e un calore che è la ricchezza di questa comunità. Innanzitutto il diritto alla casa, all’assistenza sociale, il permesso di soggiorno, il diritto di voto. Qui vivono da anni, lavorano e producono ricchezza. Ma quali garanzie. Con un lavoro in nero, con contratti di abitazione falsi. Questo il senso delle parole che uscivano dal megafono. “Siamo stufi di vivere in nove metri quadrati di appartamento a un milione al mese, paghiamo le tasse anche noi”.

La casa. Il corteo ha lambito in un tratto del suo percorso la via dove abitano la maggior parte dei senegalesi sestesi. E così racconta le case di via Adua, Badu Niang, un rappresentante di questa comunità. “Sono le case più vecchie di Sesto, in un appartamento di due camere viviamo in cinque o sei, le condizioni igieniche sono gravissime e sono in una condizione tale che forse non esiste il permesso per abitarvi”. Eppure continuano a viverci. “Perché quando arriva un fratello – spiega ancora Badu Niang – non possiamo fare diversamente”. La diffidenza? Gli affitti troppo alti? Un mix che rende quasi impossibile trovare condizioni abitative dignitose. E così anche per il lavoro. “Quelli che non lavorano in nero, che sono comunque la maggior parte, hannno lo stesso delle difficoltà, anche se abbiamo delle qualifiche professionali, l’inserimento nel mondo del lavoro resta difficile”. E così essere regolari diventa un’impresa.

 

Alessandro è il giovane segretario del circolo sud Verbano di Rifondazione comunista, fra i promotori della manifestazione di oggi. Per mesi, insieme a Badu e Mustafa hanno preparato la giornata di oggi. Non è stata un’impresa facile acquistare visibilità per una comunità, che per quanto forte si divide fra il lavoro e la casa. E i cui spazi per la socialità sono ridotti. Ma l’esperimento è riuscito. “L’eliminazione dell’Ici sulla prima casa, il diritto di voto per le amministrative ai cittadini stranieri, la lotta all’affitto in nero e l’applicazione della tariffa più alta sulla seconda casa, non è il caso di Sesto Calende, per tutti gli altri paesi”, sono le rivendicazioni ribadite dal segretario del circolo del sud Verbano .“Vogliamo dimostrare con questa manifestazione – conclude – che l’immigrazione non rappresenta criminalità, bensì il futuro per una società multirazziale, che l’immigrazione è questo”.

 

E indica il gruppo festante che balla al ritmo dei tamburi in piazza Cristoforis. Dove il corteo è terminato dopo essere partito dal piazzale della stazione, avere attraversato il sempione, percorso il lungo Ticino e alcune strade del centro cittadino. Sotto gli occhi di sestesi e non, che complice la bella giornata erano a spasso per lo shoppimg, seduti ai caffè e gelaterie del lungo fiume. Occhi stupiti. Perché già una manifestazione per un paese di quasi diecimila abitanti è inconsueta, sorprendente quella di una comunità così viva.

Fra i presenti anche chi a Sesto Calende si spende molto per gli immgrati, come Giovanni Chinosi di Cittadini del Mondo, e il consigliere di maggiornaza Mario Varalli. Un corteo a cui hanno dato il loro contributo i militanti dei Giovani comunisti e comuniste, del Prc, di cui era presente il segretario provinciale e consigliere regionale Giovanni Martina.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Marzo 2001
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