“Non dimentichiamo Iqbal Masih”

A soli 12 anni, il 16 aprile 1995, veniva ucciso Iqbal Masih. Un messaggio spietato della “mafia dei tappeti”che si sentiva minacciata dall’attivismo sindacale di Iqbal

Il 16 aprile è stato l’anniversario della morte del “sindacalista bambino” che nel 1995, a soli 12 anni, fu assassinato dalla “mafia dei tappeti”. L’organizzazione criminale si sentiva minacciata dalla consapevolezza e dall’attivismo di Iqbal ed un assassino interruppe la sua corsa in bicicletta sparandogli a bruciapelo.

Iqbal, come tanti altri bambini pakistani, fu costretto dall’età di quattro anni a lavorare, per più di 12 ore al giorno, presso un fabbricante di tappeti (il padre lo aveva venduto perché sommerso dai debiti). Lui e gli altri bambini venivano picchiati, sgridati e incatenati al telaio. Iqbal scopre il sindacato casualmente: fuggito dalla fabbrica, con altri bambini entra in contatto con il sindacalista Eshan Ullah del “Fronte di Liberazione dal Lavoro Schiavizzato” – BLLF. Spontaneamente racconta nei dettagli la propria schiavitù e con il sindacato pakistano diventa portavoce della lotta contro lo sfruttamento del lavoro infantile.

La CGIL territoriale non dimentica il sacrificio di Iqbal Masih: il sindacalista bambino deve rappresentare anche per il sindacato confederale italiano il simbolo della difesa dei diritti dei più deboli. Il sindacato territoriale deve continuare la campagna contro il lavoro infantile e minorile presente non solo nelle forme estreme di sfruttamento nei Paesi in via di sviluppo ma anche in Italia. La Cgil con la pubblicazione del libro “Lavoro e lavori minorili”, edito dalla Ediesse, ha documentato, con una ricerca approfondita, che il fenomeno del lavoro minorile in Italia è consistente. Sono infatti 350mila i minori costretti a lavorare a tempo pieno ed altri che dedicano al lavoro, magari dopo la scuola, parte del loro tempo.

Il fenomeno del lavoro minorile, anche in un paese industrializzato come l’Italia, minaccia una corretta crescita dei bambini, segnando profondamente la loro salute, ma anche la loro educazione e formazione. Anche il nostro territorio non è immune dal problema: i dati forniti dalla Commissione provinciale di vigilanza e controllo, a seguito delle visite ispettive, hanno riscontrato 38 minori al lavoro nella provincia di Varese nel 2000 (e già 5 casi nei primi mesi del 2001).

Cosa fare? La Cgil da tempo si sta impegnando, sia a livello nazionale che a livello locale, per affermare con determinazione i diritti dei bambini. Le strategie per perseguire questo obiettivo sono molteplici. Occorrerebbe che il sindacato comprensoriale a livello unitario riprenda e rilanci una forte iniziativa in tutto il territorio: 1) coinvolgendo i delegati delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) di tutte le categorie, perché si organizzino assemblee nei luoghi di lavoro 2) facendo rispettare gli articoli dei contratti nazionali di categoria, che impongono alle imprese la comunicazione circa la quantità e la destinazione delle loro produzioni decentrate (nel nostro territorio una grande percentuale di imprese, di tutti i settori, decentrano o delocalizzano parte delle loro produzioni) 4) rivendicando nelle singole imprese della zona, attraverso la contrattazione aziendale, l’istituzione di una “clausola sociale di impresa” 5) promuovendo un dibattito nel territorio affinché attraverso un confronto con le associazioni imprenditoriali (UNIVA e A.P.I.) e le associazioni artigiane (Confartigianato e CNA), con gli imprenditori e con le istituzioni si possa realizzare “una etichetta sociale dei diritti”, una sorta di marchio sociale e territoriale che possa garantire (mediante controlli alle imprese che esternalizzano parte delle loro produzioni, controlli che siano improvvisi, neutri e indipendenti ) che i manufatti del decentramento o della delocalizzazione estera dalle nostre fabbriche non siano stati prodotti attraverso lo sfruttamento dei minori.

Umberto Colombo della Segreteria Provinciale CGIL, rappresentante della Camera del Lavoro di Busto Arsizio e Gallarate

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Pubblicato il 18 Aprile 2001
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