Diritti universali, giustizia sociale e valore del lavoro: la Uil a congresso
Alle Ville Ponti il segretario Marco Molteni ha aperto il 13 mo congresso provinciale
"Il nostro appuntamento è l’occasione per allargare lo sguardo sopra la quotidianità, tentare di leggere cio’ che sta avvenendo in questi mesi nel mondo, possibilmente interpretando ed anticipando i cambiamenti che potrebbero derivarne sul piano comportamentale, sociale ed economico". Così, Marco Molteni, segretario provinciale della Uil, apre il 13mo congresso provinciale.
"Una farfalla batte le ali a Pechino e il tempo cambia a New York". Tutto è collegato o meglio globalizzato. Sì global o no global? Il nuovo gioco, con cui è facile semplificare, è già privo di significato. "Che senso ha oggi disquisire tra favorevoli e contrari alla globalizzazione?" si chiede Molteni. "E’ indispensabile un intervento politico per assumere iniziative e decisioni in grado di umanizzare, democratizzare e civilizzare il processo di globalizzazione. Sbaglia chi dice no senza far prevalere proposte finalizzate ad orientarla e migliorarla".
Se progresso ci deve essere, non puo’ essere a discapito di un progresso a misura d’uomo. E allora sì alla tobin tax, sì ad uno stato palestinese contestuale ad una sicurezza garantita ad Israele. Molteni parla del mondo per parlare di noi, del nostro territorio e di quello che succede e succederà in casa nostra. La recessione americana si fa già sentire sulla nostra economia, che rallenta seppure con differenze da comparto a comparto. Malpensa e il depotenziamento dell’hub da parte dell’Alitalia sono secondo il segretario della Uil un segnale politico chiaro. "C’è il rischio che si apra un serio problema occupazionale da qui a qualche mese. Per questo Cgil, Cisl e Uil confederali hanno chiesto impegni precisi al presidente della regione Lombardia, al governo e ai parlamentari locali per modificare il piano industriale di Alitalia, le cui impostazioni potrebbero avere ripercussioni dannose non solo per il Varesotto, ma per tutto il nord Italia".
E se il vero anello debole di questo territorio è rappresentato dalle vie di comunicazione (l’elenco sarebbe lungo, citiamo genericamente: autostrade, strade e ferrovie) Molteni avverte che non è più tempo di giustificazioni, di fronte ad un’omogeneità politica che individua precise responsabilità.
Se sia giunto o meno il momento di mandare in pensione la contrattazione nazionale, con buona pace del ministro Maroni, è sufficiente citare gli effetti nefasti che sortirebbe l’applicazione delle linee guida del Libro Bianco: "Bisogna evitare soluzioni che creino categorie di lavoratori contrapposti, chi è garantito da un lato e giovani precari e flessibili dall’altro; da un lato lavoratori italiani, dall’altro lavoratori stranieri. Migliorare la protezione dei nuovi lavoratori atipici questo è un obiettivo centrale per garantire a tutti uguali diritti e pensioni di qualità in futuro".
A proposito di pensioni Molteni crede nella sostenibilità delle riforme Dini e Prodi, sia dal punto di vista economico che finanziario. E se mancano all’appello le risorse necessarie, le soluzioni adeguate ci sarebbero a partire dalla emersione e regolarizzazione del lavoro irregolare (preoccupanti le percentuali della nostra provincia), che oltre a sostenere il sistema previdenziale permetterebbero di far affluire danari alla fiscalità generale. E se la giustizia sociale è il tema centrale di questo congresso, non si puo’ rimanere indifferenti di fronte ai privilegi previdenziali di cui godono deputati, politici, senatori e personale con incarichi pubblici."Per un minimo di senso etico e morale, non è accettabile ascoltare giornalmente lezioni tese alla riduzione della copertura previdenziale da coloro che godono di trattamenti impensabili ed irraggiungibili per milioni di italiani".
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