Sul nuovo teatro si apre il sipario

Varese - Comincia il count down per l'inaugurazione del teatro di Piazza Repubblica. Ultimi ritocchi. Il palco e la platea sono pronti. Esauriti i biglietti per il concerto inaugurale di Paolo Conte

Cresce, il teatro cresce. Ciò che non più di una settimana fa era appena abbozzato nelle sue linee essenziali, oggi è ben visibile. All’appello mancano solo le rifiniture. Il ridotto, la saletta, i guardaroba, i servizi e gli uffici, con uscite di sicurezza annesse,  sono quasi ultimati. Gli operai lottano contro il tempo, anche se tutto sembra sotto controllo. In sottofondo c’è solo il rumore dei grandi condizionatori, che sparano aria calda e rendono ancora più reale cio’ che accadrà fra tre giorni, in occasione dell’inaugurazione con Paolo Conte. Il direttore dei lavori, l’architetto Oscar Giovanni Carbonell, si aggira impartendo istruzioni, con molta calma. Esclama solo, sorridendo: "ha presente Runway time? ma noi ce la faremo". Stefano Mannucci, addetto ai cementi, mostra soddisfazione e dà le ultime disposizioni per l’ultimazione dell’ingresso.

Per accedere alla sala grande si deve entrare dal retro, perché l’entrata principale sa ancora di cemento fresco, essendo stato da poco livellato. Il palco è pronto. Spiovente e lucida la tela rossa vellutata del sipario viene agganciata dai tecnici, ondeggia di fronte alle 1200 poltroncine blu cobalto, mentre i tecnici sistemano le ultime file. Gli elettricisti dispongono le luci segnalatrici sulle scale, sollevando la moquette grigia appena posata.

I passanti si fermano incuriositi, qualcuno commenta sottovoce. «Qui a Varese – dice Giovanna Bernasconi – le cose provvisorie diventano eterne. Io vivo da oltre cinquant’anni in questa città e ho sempre sentito parlare del teatro. Francamente questo è brutto, però meglio di niente. In genere per il teatro scelgo Milano. L’ultimo spettacolo che ho visto? Quel che sapeva Maisie , con Mariangela Melato, al Piccolo».

«Sono contento che ci sia – dice Simone Guidotti, studente universitario e attore teatrale – è una cosa buona per la città. Certo il confronto con Milano è perso in partenza, ma un teatro stabile può fare solo che bene. Il vero aspetto negativo è il pubblico, che a Varese è snob, ha la puzza sotto il naso e va a teatro solo per dire c’ero anch’io e non perché lo ama. Mi auguro che un teatro stabile come questo possa creare una vera cultura teatrale».

«La struttura non è brutta – afferma Matteo Cesaretti, (nella foto a sinistra) responsabile del Blockbuster- è un po’ disadorna, basterebbe renderla più allegra. A noi ci toglie un po’ di visuale, ma tutto sommato l’impatto sarà positivo. Qualche cliente incuriosito ci ha chiesto che cosa fosse. L’attenzione è però salita negli ultimi giorni, un po’ i manifesti del concerto di Paolo Conte, un po’ i media hanno richiamato l’attenzione. Per noi è un fatto positivo perché si crea un ulteriore indotto, che unito al centro commerciale aumenterà l’afflusso delle persone. Sulla programmazione mi sembra che siano partiti bene, specialmente la rassegna di cabaret, con quelli di Zelig sarà un successo».

Di avviso completamente diverso è invece Gianfranco, dello storico "Colorificio Gattoni". «Non mi piace esteticamente, questa piazza doveva essere più fruibile. Verde, alberi un luogo dove poter ritrovarsi in tranquillità. Questa è una città di bottegai, non dimentichiamolo. Ci avrei visto bene i Casbenatt con le loro bancarelle di frutta e verdura. Il nuovo teatro a noi non porterà sostanzialmente miglioramenti, né dal punto di vista della clientela, né dal punto di vista dei servizi. Anzi ci porteranno via parcheggi e posti auto. Se andrò a teatro? Ne abbiamo discusso in famiglia e io ho detto che non ci sarei mai andato. Perlomeno al debutto».

Tutte le foto al 23 gennaio

Le foto del 12 gennaio

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Pubblicato il 23 Gennaio 2002
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