Nessun giro "strano" nei pressi del bilocale di via Filippini a Cugliate Fabiasco, dove attorno alle 3.30 di sabato mattina si è sfiorata la tragedia: fuoco appiccato con la benzina alla porta di un appartamento, urla dei vicini e due ragazzi finiti all’ospedale, uno dei quali al grandi ustionati del Niguarda di Milano. I due giovani, di 27 e 30 anni, di origine tunisina erano pressoché sconosciuti ai vicini di casa. Il più grande è irregolare e proveniente da Milano, mentre il fratello, con permesso di soggiorno, ha dei piccoli precedenti penali per possesso di stupefacenti. «Tuttavia – dice il dirimpettaio della corte dove i due abitavano, nel bilocale divorato dalle fiamme ora posto sotto sequestro dalla magistratura – non possiamo dire che c’erano "giri strani", viavai o cose simili: non conoscevamo i ragazzi se non di vista e non ci si spingeva mai oltre il saluto.
Non abbiamo mai avuto problemi se non quello dovuto all’esuberanza di giovani di trent’anni, ma tutto nella norma. Certo lo spavento è stato grande: sabato mattina abbiamo dato l’allarme sentendo puzza di bruciato e svegliando i vicini. All’appartamento del piano superiore abita una famiglia con bambini piccoli che hanno rischiato l’intossicazione per via dei fumi. Li abbiamo ospitati fino a mattina, quando è stato scongiurato ogni pericolo». I militari della caserma di Luino che stanno curando le indagini escludono chiaramente la pista razzista – caldeggiata a poche ore dall’accaduto – per dare un movente all’atto criminale. Non si esclude invece che ci siano stati screzi tra i giovani tunisini e qualche personaggio poco raccomandabile che frequentava i locali della zona. Secondo i vigili urbani del consorzio Valmarchirolo, infatti, sarebbe giunta voce di qualche diverbio abbastanza animato che i giovani avrebbero sostenuto qualche giorno prima dell’incendio in un bar della zona.
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