La scure su Varese si abbatterà su 450 posti letti

5000 posti in meno in Lombardia. Ma il taglio della Regione ridurrà effettivamente le spese sanitarie?

Entro 2 anni 5000 posti letto in meno negli ospedali lombardi, 450 in provincia di Varese. Una bella potatura e l’annuncio delle Regione ha già scatenato polemiche, giuste, inevitabili quando c’è di mezzo la tutela della salute dei cittadini. Il Pirellone fa sapere che si tratta di posti non utilizzati, in sostanza non si tratterebbe di tagli effettivi, ma di una rimodulazione degli accordi, contratto con le varie strutture di ricovero per ammalati acuti: se un ospedale per esempio è accreditato per 100 posti letto e poi al massimo ne utilizza 80, ecco la scure della Regione sui 20 eccedenti.
La scure invece non si abbatterà sugli ospedali definiti centri di eccellenza il cui bacino è ben più largo di quello dell’azienda alla quale appartengono.
Nel Varesotto  abbiamo 3 ospedali che in qualche misura svolgono una significativa attività per il territorio e magari oltre. Sono centri di eccellenza: sono quelli di Varese, Busto e Gallarate che per la completezza delle loro dotazioni esercitano forte attrattiva sulla popolazione, con tutte le conseguenze del caso. Sarebbe davvero singolare che fossero nel mirino della Regione.
Varese ogni giorno a causa della mancanza di posti letto ha diversi ammalati da “piazzare” in altri ospedali: ci siamo già occupati del problema e importanti conferme della sua portata  sono venute dal primario del Pronto Soccorso, dott.Perlasca.
Ma poi questo spettacolare taglio di posti programmato dalla Regione ridurrà effettivamente le spese? Le spese sanitarie  non sembrano dovute a posti letto non occupati, ma in maggior parte ad altri costi fissi di gestione come il personale, i farmaci, l’aggiornamento delle tecnologie e in molti casi la mancata razionalizzazione dell’intero sistema ospedaliero presente sul territorio.
Per quanto riguarda il Varesotto forse un quarto centro di eccellenza riservato per esempio al Medio Verbano  potenzierebbe il servizio sanitario oggi offerto ai cittadini dalle strutture di Angera, Cittiglio e Luino.
La sanità alla lombarda con le aperture alle strutture private
 se ha  diversificato e potenziato l’offerta di cura ai cittadini, non ha certo contribuito a diminuire le spese e magari gli sprechi. Il settore pubblico, bistrattato, resta  comunque vera eccellenza,  riferimento sicuro per tutti. E il male, la sofferenza, non si combattono con un federalismo scarso di contenuti.

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Pubblicato il 29 Novembre 2002
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