Presto la carta geografica della provincia di Varese potrebbe veder cambiati i confini di alcune della quattro comunità montane presenti sul territorio. E se la Valcuvia diventerà la più grande delle quattro – visto che c’è in cantiere l’entrata di ben quattro comuni – la "ValgannaValmarchirolo" rischia di vedere un fuggi-fuggi di comuni che preferiscono altre comunità montane. Le notizie sulla nuova forma degli enti montani filtrano dall’assemblea avvenuta nella mattinata di oggi allo Spazio Regione di Varese nel corso del giro di consuiltazioni che ha visto lo stesso assessore regionale al territorio Alessandro Moneta a Varese proprio per discutrere dell’allargamento. Per raggiungere questo obiettivo, però, la Regione deve ascoltare i pareri dei sindaci e delle comunità stesse, che oggi si sono appunto riuniti nell’apposita commissione provinciale. Quasi scontato, come si diceva, l’allargamento della comunità montana della Valcuvia. Dalla proposta originaria l’ente di Cuveglio ha presentato una relazione in cui viene dato il via libera ai comuni di Castello Cabiaglio, Brinzio, Sangiano e Bardello; nulla di fatto invece per Barasso, Comerio e Luvinate che non rientreranno nell’allargamento. Circa i tempi di questa ridefinizione di confini lo stesso assessore Moneta ha parlato di tempi ristretti, forse prima dell’estate. L’iter prevede una delibera di giunta e la successiva approvazione in assemblea regionale.
Non tutto, però, è andatro secondo le previsioni. Nel corso dell’assemblea Mario Della Peruta, sindaco di Cremenaga, ha espresso l’ipotesi di uscire dalla comunità montana Valganna-Valmarchirolo per entrare a far parte di quella del Luinese. «Luino è il nostro punto di riferimento – ha commentato Della Peruta – . A Luino andiamo a scuola, al mercato e ora la cittadina rappresenta l’unico sbocco viabilistico attualmente praticabile. Questa comunità montana (Valganna-Valmarchirolo ndr), inoltre non è in grado di gestire i servizi sovracomunali». Alle accuse di inefficenza replica Giancarlo Adreani, presidente della Comunità Montana Valganna-Valmarchirolo: «Evidentemente il sindaco Della Peruta vuole attirare l’attenzione per evidenziare i problemi del paese a fronte della grave situazione viabilistica che le frane hanno prodotto. Alle accuse di inefficenza rispondiamo coi fatti: abbiamo attivato diversi servizi sovracomunali, oltre alla programmazione di interventi con l’Obiettivo2 e i piani di sviluppo integrato. Sulla viabilità stiamo gestendo i 60.000 euro che la priovincia ha stanziato per la strada di Avigno. Credo proprio che le dichiarazioni di Della Peruta siano una provocazione». Provocazione o meno sembra che anche altri comuni siano intenzionati a guardare ad altri enti montani, come Marzio, dove il sindaco Michele Sartoris ha confermato che da tempo è in atto una riflessione per decidere se "spostarsi" in Valceresio. Voci parlano anche di altri comuni – Ferrera e Bedero Valcuvia – che invece vorrebbero avvicinarsi all’ente di Cuveglio.
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