“Mio figlio di 7 anni allontanato dall’oratorio di Gorla Maggiore perché musulmano”
La mamma del bambino lo ha raccontato a Varesenews: "Ci ha cacciati in malo modo nonostante fosse regolarmente iscritto". Il parroco don Valentino Viganò non ha voluto commentare

Dopo polemiche e discussioni sembra essere arrivato l’epilogo più mortificante all’oratorio di Gorla Maggiore secondo le parole di una mamma che ha deciso di contattarci: “Sei musulmano? Non entri in oratorio, anche se hai solo sette anni”.
Sarebbero queste le parole che si è sentita dire una mamma di Gorla Maggiore, marocchina che vive da più di 20 anni in Italia insieme al marito imprenditore edile, mentre accompagnava suo figlio di soli sette anni al centro estivo che stava frequentando da tutta l’estate.
«Sono sconvolta per il modo con cui il parroco di Gorla Maggiore don Valentino Viganò ha trattato un bambino di sette anni che nulla c’entra con le questioni che ha sollevato il parroco. Lui voleva solo stare coi suoi amici e invece è dovuto tornare a casa».
Ma cosa ha avrebbe fatto decidere a don Valentino di non accettare più bambini musulmani? «Qualche settimana fa era uscito un articolo su un altro quotidiano locale dove alcune mamme di fede musulmana si erano lamentate del fatto che i loro figli erano stati, in qualche modo, costretti a partecipare al momento di preghiera delle 17 – racconta sempre amina -. Avevano chiesto di poter portare a casa i loro figli mezz’ora prima ma don Valentino ha detto che non era possibile. Di fronte a questa decisione un paio di loro avevano deciso di non mandare più i loro figli all’oratorio estivo».
Cosa che lei non ha fatto. «No, io ho continuato a mandarlo perchè era più importante che potesse stare coi suoi amici. Tanto è vero che l’avevo anche iscritto a questa settimana integrativa di settembre, convinta che il suo bene venisse prima delle questioni religiose. Evidentemente don Valentino non la pensa così, anzi ha detto delle cose bruttissime davanti a mio figlio».
Del tipo? «Cose sulla religione musulmana che, sinceramente, se me l’avesse detto la nonnina al supermercato non avrei nemmeno reagito ma se me le dice un prete la cosa mi preoccupa un po’. È così che si fa integrazione? Mio figlio è nato a Busto Arsizio e se gli chiedi la nazionalità ti risponde che è italiana. L’altro giorno, mentre tornavamo a casa, mi ha detto: “Mamma ma non possiamo dirgli che siamo cattolici? Così mi fa entrare».
Abbiamo provato a contattare don Valentino Viganò per una replica ma la risposta è stata secca: «Non rilascio commenti su questa vicenda. La vicenda è già in mano al sindaco e ai carabinieri di Gorla Minore». Il sindaco Pietro Zappamiglio, contattato anche lui per un commento, ha specificato che la vicenda riguarda il centro estivo parrocchiale.
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Ai centri estivi parrocchiali si fa normalemnte tutto ciò che riguarda una comunità cattolica. C’è poco da commentare. I momenti di preghiera sono parte dell’attività educativa. Non ci sta bene? Non ci si va. Non è obbligatorio e non è un centro comunale (pur svolgendo attività sociale, spesso finanziata) o un Punto Luce di Save the Children. Ad ognuno la sua funzione. Farne una notizia è un paradosso, come lamentare che in un concessionario Fiat si vendono solo auto Fiat.