La provincia ha sete, si spera nella pioggia

Provincia – In ginocchio diversi paesi del nord della provincia che per rifornirsi d'acqua devono attendere l'arrivo delle cisterne. Meglio la situazione nel sud, dove le falde sono ancora a buon livello

E’ vero che i vigili del fuoco porteranno una cisterna nel pomeriggio per rifornire l’acquedotto? «Lo spero proprio, qui da noi, in tutto 300 residenti, la gente è davvero esasperata da questa situazione e se non viene a piovere non so davvero come faremo». Un lunedì mattina amaro quello per Antonio Masella, sindaco di Tronzano Lago Maggiore. Una situazione già verificatasi nella giornata di domenica a Viggiù, rimasta a secco e anche in altre zona della provincia come ad esempio Veddasca dove da oramai un mese e mezzo il viavai di cisterne dei vigili del fuoco non si ferma. La cisterna a Tronzano è arrivata già venerdì scorso, ma i 18 mila litri d’acqua non sono bastati, e oggi si replica. Ad essere colpiti dalla crisi idrica in provincia di Varese sono prevalentemente i piccoli centri, e in particolare quelli localizzati nel nord della provincia, dove un po’ dappertutto, dalla Valcuvia al Luinese, da Laveno Mombello fino a tutta la fascia del lago, sono state emesse dai comuni ordinanze per la limitazione dell’uso dell’acqua. Ed è proprio il nord della provincia a pagare lo scotto maggiore dell’abbassamento della falda acquifera.
Dall’Aspem di Varese, la società per azioni che oltre all’acquedotto del capoluogo gestisce anche numerose reti idriche comunali, fanno sapere che l’unica situazione di vera crisi idrica è quella a Colmegna, frazione luinese, dove nella mattinata di oggi si sono verificati problemi di approvvigionamento tali da obbligare il comune a emettere un’ordinanza per limitare l’utilizzo dell’acqua.
Nel resto della provincia, a sentire le principali “municipalizzate” la situazione non è drastica, anche se tutti sperano nelle precipitazioni.
Nessun problema, in particolare, per la rete idrica gestita dall’Agesp, l’azienda che oltre al comune di Busto Arsizio e Castellanza (quasi centomila abitanti), gestisce le reti di altri 5 paesi (Dairago, Marnate, Fagnano Olona, Olgiate Olona e Turbigo) da dove fanno sapere che oltre alle consuete limitazioni per l’uso dell’acqua al di fuori degli impieghi domestici nelle ore comprese fra le 7 e le 21, non si seganla nessun problema: i pozzi pescano l’acqua a elevate profondità, si parla di più di cento metri.
Profondissima la falda anche nel Saronnese, dove dalla Saronno servizi indicano in 200 metri la profondità da cui l’acqua viene pescata; anche qui l’acqua sgorga dai rubinetti senza particolari problemi. Da tempo è stata però avviata una campagna di sensibilizzazione per spiegare l’importanza dell’economia nell’utilizzo dell’acqua.
Anche nel Gallaratese, servito dall’Amsc, non si segnalano ordinanze comunali di limitazione dell’uso dell’acqua.
Infine Sogeiva, che gestisce gli acquedotti di alcuni centri nella provincia ha comunicato ai comuni di Saltrio, Viggiù e Clivio la necessità di razionare l’acqua e utilizzarla solo per usi domestici.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Luglio 2003
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