Maggioranza divisa nelle urne, ma unita a palazzo
Ribadita dalle forze politiche che costituiscono la maggioranza in consiglio comunale l'unità di lavoro ed intenti, malgrado le scelte effettuate per le prossime elezioni
Uniti malgrado i proclami contrari, in nome di "grandi opere" che stanno partendo e che devono arrivare a destinazione entro la legislatura. Questo è il succo di ciò che hanno voluto ribadire, insieme anche fisicamente, i segretari cittadini dei partiti che costituiscono la maggioranza in consiglio comunale a Varese. Punto di partenza di questa dichiarazione è stato il voto sulla devolution: «Che non è una vittoria, o peggio ancora un ricatto, della Lega ma il semplice rispetto di un patto elettorale da sempre espresso – precisa lo stesso segretario cittadino della lega nord, Franco Barosi – E, come avviene e ha successo nella dimensione nazionale, anche a Varese il patto unitario funziona, soprattutto perchè si lavora con spirito di unità»
Una unità, a livello amministrativo, non gratuita: «Noi vogliamo ribadire il patto unitario che ha portato Aldo Fumagalli a diventare sindaco, specie ora che l’amministrazione è arrivata a un punto dove si incominciano a vedersi i fatti – spiega Gianpaolo Ermolli, segretario di Forza Italia – ora però siamo alla seconda fase della legislazione, dove l’impegno è concentrato sulle aziende partecipate e sull’urbanistica della città, impegno anch’esso da portare a termine. Momento in cui è necessaria una verifica tecnica di ciò che fin d’ora è stato fatto, subito dopo questa tornata delle amministrative. Un’occasione per fare il punto della situazione e verificare tutti gli elementi di questa orchestra, rappresentata da questa coalizione, che sta suonando bene e deve continuare a non "steccare"» Termini immaginifici per girare intorno ad una concreta e dichiarata possibilità in tempi brevi, di ciò che è già stato definito come "rimpasto" o "verifica". Insomma, se per la sistemazione degli accordi dell’orchestra fosse necessaria qualche sostituzione, la si farà.
Una possibilità confermata anche dal sindaco Fumagalli, che ha affermato che «Si tratterà di una verifica a trecentosessanta gradi, che non escluderà nessun tipo di aggiustamento».
La lista delle cose da ultimare, per chi verrà chiamato o confermato alla plancia di comando della giunta comunale, è comunque già fatta e condivisa da tutti i componenti della cosiddetta "Casa delle Libertà": dopo il carcere, l’ospedale e la tangenziale – deliberate ma di cui è necessario monitorare la prosecuzione – è ora dell’arredo urbano e delle municipalizzate. Tutte cose che la maggioranza – giura – saranno a buon punto e ben visibili prima della scadenza del mandato della giunta Fumagalli. Insomma, tutti d’amore e d’accordo, basta accordarsi su qualche "funzione da riposizionare in maniera più efficiente".
Ma la scelta della Lega di correre da sola a questa tornata elettorale? E gli riesumati slogan "Roma ladrona"?
Le risposte degli alleati di fronte a queste perplessità sono bene riassunte dalle considerazioni del segretario UDC Campiotti «Vede, noi ci siamo abituati, col tempo, a distinguere lo slogan dall’impegno istituzionale della lega. E, indipendentemente da quanto forti o contrastanti gli slogan siano, sappiamo che poi la lega si impegna nel concreto insieme a noi». Insomma: possono dire quello che vogliono, in nostri alleati in campagna elettorale, basta che poi agiscano secondo i nostri patti. Come hanno fatto finora.
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