Volare group, una voragine: e Maroni promette di fare «più del possibile»

L'incontro di lunedì 8 ha fatto emergere un buco di 250 milioni di euro e una manciata di giorni per colmarlo. Per il ministro "siamo stati presi in giro"

Sembra che si metta davvero male per Volare: l’incontro tra sindacati, vertici dell’azienda e dei sindacati dei lavoratori, ministro del Welfare, presidente della Provincia di Varese e rappresentante della Giunta Regionale lombarda – avvenuto questa mattina presso le sale della Provincia di Varese – ha mostrato quanto grande sia la voragine di cassa dell’azienda e quanto poco tempo ci sia per cercare di rimediare ai danni.

«E’ un incontro che è servito a fare chiarezza sulla situazione di Volare. In peggio.» ha commentato Marco Reguzzoni dopo che i nuovi vertici dell’azienda hanno comunicato a lui, al ministro del Welfare Roberto Maroni e a Massimo Buscemi, intervenuto all’incontro a nome della Giunta Regionale,  che i debiti complessivi non erano della già notevole cifra di 120 milioni di euro, ma di ben 250 milioni e che la ricapitalizzazione della società – condizione indispensabile per portare in cassa soldi freschi e risolvere il “grave problema di liquidità” che la società sta vivendo – non è cosa gradita non solo dal socio Zoccai ma anche dal Fondo Tricolore. Una notizia fondamentale, visto che gli azionisti che si sono resi disponibili alla ricapitalizzazione hanno dato la  loro disponibilità solo a patto che fosse accettata da tutti. Il che significa perciò che il prossimo 22 novembre, giorno dell’assemblea che deciderà sulla ricapitalizzazione, le speranze di poter dare una svolta alla prima compagnia area privata italiana sono fioche.

«Non sono state date speranze riguardo all’assemblea sulla ricapitalizzazione prevista per il prossimo 22 novembre, contrariamente a quello che ci è stato detto un mese fa» ha confermato Maroni.
Ribadendo inoltre che «abbiamo deciso di fare il possibile e anche di più per trovare una soluzione, senza escludere nemmeno la richiesta di un intervento pubblico, anche se è uno strumento inusuale in Lombardia. E ci metteremo al lavoro da subito, perché siamo molto motivati e, per dirla con un termine tecnico, anche incazzati. Ci sentiamo infatti  presi in giro, perché un mese fa ci avevano detto tutt’altre cose sulla situazione della società. E inoltre ci siamo resi conto che qui si sta giocando sulla pelle dei lavoratori per i loro interessi, che stanno fuori della Lombardia».

Che i tempi siano stretti lo ha confermato brevemente anche Mauro Gambaro, nuovo presidente dell’azienda, che ha confermato inoltre che i debiti totali ammontano a 250 milioni di euro e che «I soci hanno una posizione differenziata sulla ricapitalizzazione» e che «C’è bisogno di molto aiuto da parte dei creditori».

Volare group ha ancora 1200 dipendenti, nella stragrande maggioranza dislocati nel varesotto. L’operatività, per il momento è ancora piena: nessun aereo è a terra, fatta salva la chiusura stagionale anticipata del volo per Berlino. Ma i giorni, per la Volare, sono proprio contati: delle sue sorti, della sua stessa sopravvivenza, si deciderà fra meno di due settimane.

Una task force per tentare il salvataggio di Volare

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Novembre 2004
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